Saperi Territorializzati. il 17 Luglio sarà presentato il terzo volume del CISAV

24.06.2022

AttraVersando la Valle il CISAV presenterà il terzo volume della sua rivista. Un approfondimento sull'Abitare le aree fragili tra accessibilità e consapevolezza.

Un volume che si concentra sul tema dell'abitare le aree fragili, alludendo a quel processo attivo di creazione, significazione e trasformazione dei luoghi del quotidiano. Intende stimolare la riflessione critica intorno al tema, proponendo due ulteriori chiavi di lettura: l'accessibilità, nella duplice accezione di processo spaziale (l'accessibilità dei luoghi fisici, cognitivi e virtuali) e culturale (l'accessibilità dei saperi e dei territori), e la consapevolezza, presupposto necessario per riconoscere e ribaltare il margine.

Nell'ambito dell'iniziativa chiamata AttraVerso la Valle, di cui a più riprese vi abbiamo già parlato, il CISAV presenterà ad un pubblico più numeroso il terzo volume della Rivista, ormai nota e apprezzata, Saperi Territorializzati: Abitare le aree fragili tra accessibilità e consapevolezza.

«Un volume che ha la pretesa di discutere le forme e i processi abitativi nei territori ai margini e ha prima di tutto una funzione: interpellare e sollecitare noi stessi - studiosi, lettori e animatori di questo progetto - in merito al nostro modo di abitare il territorio, il nostro esser o non esser presenti, le nostre partenze e i nostri ritorni, le nostre azioni nella e per la Valle del Volturno».

Lo hanno presentato così, con un obiettivo dichiarato fin dalle prime battute del volume e senza giri di parole, un "esame", «Un'autoriflessione: un modo per presentarci - a noi stessi e a chi non ci conosce - e metterci in discussione, partendo dal legame che ci unisce al territorio».

Dunque un Volume che "entra" nel vissuto del territorio a partire da quella convinzione ormai nota del CISAV per la quale «Abitare è agire per qualcosa che chiamiamo paese, non semplicemente facendo vita di villaggio (anche quella è importante), ma mettendo in moto qualcosa che faccia bene al comune»... un modo altro, ma straordinariamente efficace - a nostro parere - di perseguire il bene comune.

«Pensiamo che questo legame sia personale, - hanno scritto ancora - condizionato dai ricordi e dalle emozioni, oltre che dalle esperienze specifiche. Ma nel processo di costruzione di un progetto comune, come il CISAV, ciò che è personale diviene immediatamente collettivo. Allora parleremo di noi, di un'entità plurale e variegata che tiene dentro quei molti io che frequentano e attraversano in diversi modi i nostri paesi».

E poi, «Da poco il CISAV ha compiuto il suo primo anno di vita. (...) Abbiamo avviato un processo di conoscenza collettiva, fatto di confronti e scontri, di momenti intimi e iniziative pubbliche, di ricerche e di ritrovamenti. In questi incontri fuggiamo il rischio di chiuderci nell'autoreferenzialità di un circolo intellettualistico, al contrario tentiamo ostinatamente di dar parola e porci all'ascolto soprattutto di chi vive ai margini del margine».

Un tema importantissimo nella Valle, di cui la settimana di AttraVerso la Valle è la attualizzazione concreta, un modo intelligente di fare rete, di creare "connessioni". In un mondo sempre più iperconnesso, il CISAV viene a ricordare con forza l'importanza dell'essere "rete"... di superare i cancelli dei propri orticelli per andare insieme nel campo largo della semina.

E poi una "sfida"... una di quelle che ormai caratterizzano il CISAV e che da sempre è anima anche della nostra Testata:  «A chi ritiene che abitare significhi dormire tutti i giorni sullo stesso cuscino e percorrere sempre la stessa strada, vorremmo offrire una nuova chiave di lettura. Abitare è interessarsi, conoscere e capire, prima che essere presenti, oppure conservare una certa residenza». 

E dopo la "sfida" due passaggi di una forza dirompente, quella che è propria di chi lotta "con il sangue e con i denti" per la propria terra, di chi pur essendo costretto a doversi recare altrove per lavorare, per dare il proprio contributo, per aprirsi una strada... non molla, anzi raddoppia l'intensità del proprio "esserci"... una presenza che non si limita alla fisicità ma guarda al coinvolgimento, all'inclusione, a quella che al CISAV chiamano "contaminazione"... 

«In questa manciata di mesi, - è tutta qui la forza del loro pensiero - spesso abbiamo dovuto argomentare spiegazioni al fatto che il paese lo viviamo poco, lavoriamo o studiamo fuori e che, da anni, ce ne siamo dovuti andare. Soprattutto quando proponevamo di aderire ad un'iniziativa, di collaborare alla creazione di un evento, di immaginare un destino diverso per il territorio. "Sì, ma tu dove stai?" è questa la risposta seccata che ci è sempre stata propinata. Come se stando altrove si fosse delegittimati ad agire, come se solo il tempo trascorso ad esserci - anche se in modo passivo e decadente - autorizzi moralmente a dire e fare. Ebbene sì: abitiamo anche luoghi diversi dal nostro territorio d'origine, ma anche in questo ci riteniamo degli esploratori, paesani assetati di conoscenza che cercano continuamente spunti e idee da riportare a casa:

Nostra casa è il mondo intero!

Nell'esser costretti a migrare riteniamo di poter individuare almeno un fattore positivo: la contaminazione. Per noi vuol dire creare ponti con l'esterno, cercare influenze, mettere in connessione, conoscere e farsi conoscere. Che è proprio ciò che serve per non finire vittime dell'isolamento! Siamo troppo abituati a dover pensare ad una forma di resistenza passiva che ci porta a chiuderci in casa e restare inermi come solo atto necessario alla sopravvivenza. Riteniamo che questa sia una pratica di accompagnamento alla morte, una terapia del dolore da autosomministrarsi in fase terminale. Il che significa ritenersi delle entità in via di estinzione: oltre che perverso, è un atteggiamento persino presuntuoso».

Che dire? Il saggio ci fa dire che il buongiorno si vede dal mattino... dopo una presentazione del genere - che di suo è un contributo vero e proprio sul quale potremmo dibattere per settimane - non c'è cha da aspettare l'uscita del Volume e leggerlo con grande grande attenzione... e magari nel frattempo... prenotare la nostra copia! 

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