Sei morti sul lavoro in due giorni. «Condizioni folli nei cantieri»

23.06.2022

Finché la aziende continueranno a pagare i certificati senza sostenere corsi di formazione e finché anche nei lavoratori non scatterà la necessità di un rispetto più attento delle regole, nulla potrà cambiare e continuerà ad essere una strage senza fine.

Ancora morte, ancora proteste. Non si arresta la mattanza del lavoro in Italia e dopo la giornata orribile di martedì, con quattro vittime (tra cui un uomo di 72 anni) in 24 ore, ecco ancora due tragici incidenti ieri: uno al Sud, nel Materano e l'altro al Nord, nel Veronese. E i sindacati lanciano un disperato grido d'allarme: «Nei cantieri edili, che sono aumentati in maniera esponenziale a seguito degli incentivi pubblici e del bonus 110, le condizioni della sicurezza sul lavoro sono drammatiche».

Qualche giorno fa, interruppi la lezione che stavo tenendo ad un mio alunno sul terrazzo di casa sua per fargli osservare gli operai di un cantiere a ridosso del suo giardino che stanno allestendo un ponteggio per la ristrutturazione di un castello, costruito su una rocca a strapiombo di almeno 300 metri. Uno in particolare... che spostava materiale da una parte all'altra senza elmetto, senza parapetto e con l'imbracatura non ancorata, ma poggiata sulla cintura. Dissi: «Vedi quell'operaio? Bene, quello è il modo più facile per morire»... e lui «ma fa caldo»... ed io: «immagina se per sbaglio inciampa, o se il peso del materiale lo sbilancia o se per il caldo ha un momento di sbandamento... dove va a finire?» e insieme guardammo giù nello strapiombo. E di casi del genere se ne vedono davvero tanti in giro... 

A Nova Siri (Matera), cittadina della costa jonica lucana, è morto Ciro Pinto, di 53 anni. L'operaio, tanto esperto al punto che tutti lo chiamavano "mastro" (una tipica espressione dialettale riservata a pochi) era al lavoro di buon mattino in un cantiere per ristrutturare uno stabile. Per cause, in fase di accertamento, Pinto è caduto da un'impalcatura, da un'altezza di cinque metri: a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione effettuati dagli operatori sanitari del 118 «Basilicata soccorso». Sul posto anche gli ispettori del lavoro e i carabinieri, che stanno conducendo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera. Nei pressi del cantiere - dove per ore, sono rimasti i colleghi di lavoro di Pinto, attoniti e profondamente addolorati per la morte «di un bravo collega, ma soprattutto di un brav'uomo» - si è recato anche il sindaco, Eugenio Lucio Stigliano. «Ciro - ha raccontato il primo cittadino - era un gran lavoratore, conosciuto e stimato da tutta la nostra piccola comunità, che è incredula per quanto accaduto. Nel giorno dei funerali, ancora da stabilire - ha concluso Stigliano - proclameremo il lutto cittadino».

A quasi mille chilometri da Nova Siri, da Brenzone del Garda (Verona), solo poche ore dopo, è arrivata la notizia del secondo morto sul lavoro di giornata. Un operaio di 65 anni è deceduto dopo esser precipitato a terra mentre stava costruendo un muretto. L'uomo stava eseguendo lavori di ristrutturazione in una casa vacanze, di proprietà di cittadini tedeschi, tra le frazioni di Magugnano e Porto, ed è caduto anche lui da un'altezza di cinque metri, morendo a causa dei gravi traumi riportati. Per accertare le cause della morte sul lavoro (la terza in due giorni in provincia di Verona) sono intervenuti i Carabinieri e gli ispettori dello Spisal dell'Ulss 9 Scaligera.

Di strage inaccettabile, anche ieri, hanno parlato politici e rappresentanti sindacali. Per Romina Mura (Pd), presidente della Commissione Lavoro della Camera, «sono stati fatti sforzi per porre un freno a questa terribile sequela di vittime e ancor più di feriti, ma non stanno ancora dando gli effetti sperati. Bisogna fare più in fretta e probabilmente ancora di più».

Come ad esempio controllare con maggiore serietà la reale frequenza dei lavoratori ai corsi di formazione che sono obbligatori... e non consentire più alle imprese di pagare...  a suon di migliaia di Euro i certificati... senza che i corsi siano realmente sostenuti e seguiti.

L'Anmil (Associazione dei mutilati e invalidi del lavoro) ha sottolineato la sua «indignazione»,  «Abbiamo i dati più drammatici di sempre ed è sempre tutto uguale: qualche riga nelle pagine della cronaca locale, 90 secondi "di gloria" nei tg nazionali e, dopo un paio di giorni, la memoria sociale e delle istituzioni finisce lì», mentre Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della Basilicata hanno lanciato il grido d'allarme per le drammatiche condizioni di lavoro sui cantieri edili, legate in particolar modo agli incentivi pubblici e del bonus 110, che hanno moltiplicato in maniera esponenziale le commissioni. E l'Ugl, attraverso il suo segretario generale, Paolo Capone, ha chiesto al premier Mario Draghi e al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, «di adottare quanto prima un piano nazionale per rafforzare le misure in materia di sicurezza sul lavoro, intensificare i controlli e la formazione». 

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