“Settimana della Cultura Armena” al Teatro Marrucino di Chieti, tasselli preziosi fioriscono nell'incontro di culture
di Maria Carmela Mugnano
Si è svolta al Teatro Marrucino di Chieti,dall'8 al 13 luglio scorso, la "Settimana della Cultura Armena", una vasta rassegna di arte, storia, costumi, tradizioni, letteratura e attualità della piccola Repubblica caucasica, realizzata in collaborazione con l'Università degli Studi "Gabriele D'Annunzio" di Chieti-Pescara, con la National University of Architecture and Construction of Armenia (NUACA), e col patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica d'Armenia in Italia.
In un denso e variegato programma, la collaborazione e il prezioso scambio culturale italo-armeno hanno dato vita ad eventi unici come tasselli preziosi che, uniti in un quadro di insieme, sono riusciti a rappresentare, a un pubblico di ogni età, la storia di questa terra, il suo presente, e le tante valenze culturali che l'accompagnano.
La Settimana si è sviluppata sulla base di un imponente lavoro organizzativo e artistico, ma ha preso le ali in tutti quelli che hanno speso passione ed energie per dare il più grande risalto ai vari argomenti trattati e alle rappresentazioni teatrali, di danza e musica, armonicamente curate nell'espressione scenica, nei costumi e nelle coreografie. E sicuramente, in questa mirabile realizzazione, sono stati importanti i fermenti artistici e umani che hanno arricchito reciprocamente i giovani italiani e armeni della N.U.A.C.A. nel loro incontro, sull'onda di una comune sensibilità culturale ed espressiva che li ha visti uniti in meravigliosi spettacoli portati in scena.
E così, con la "Settimana della Cultura Armena", il Marrucino ha portato l'Armenia e il suo popolo alla ribalta del Teatro, ma soprattutto alla ribalta dei cuori di tutti quelli che vi hanno partecipato. Rimarrà sempre scolpita, nel tempo e nella memoria umana, l'immane tragedia che questo popolo ha vissuto nel 1915 con il primo grande genocidio del secolo scorso, in cui furono sterminati un milione e mezzo di armeni, il Metz Yeghern, "il Grande Male" in lingua armena, al centro di diversi eventi.
Fra le rappresentazioni e gli incontri in calendario, seguiti tutti con grande coinvolgimento di pubblico, se ne menzionano alcuni : gli spettacoli teatrali "Il quaderno" della scrittrice Sonya Orfalian, figlia della diaspora armena, e "Puntate tutto su...", dedicato allo scrittore di origini armene William Saroyan; il "Laboratorio di realizzazione di bambole tradizionali armene" tenuto dalla prof.ssa Irina Vanyan; le conferenze "Armenian Genocide: crimes against humanity" a cura del prof. Armen Minassian, e "Cultural Genocide of XX Century" a cura del prof. Armen Abroyan. E non si può non ricordare "San Gregorio l'illuminatore e la spiritualità di un popolo" a cura della prof.ssa Angela Rossi, evidenziando che l'Armenia nell'anno 301 è stato il primo Paese al mondo che ha adottato ufficialmente il cristianesimo come religione di Stato.
Un rilevante spazio di collaborazione lo hanno trovato anche due presenze termolesi : quella di Marcella Stumpo e la mia.
La prof.ssa Stumpo ha curato l'evento "Storia di un amore mai finito : Charles Aznavour e la sua Armenia" che ha raccontato, con grande successo di pubblico, l'incredibile vita personale e artistica di un armeno - Charles Aznavour - famoso a livello mondiale, ma che non ha mai dimenticato le sue origini e il fortissimo attaccamento alle radici armene e a un popolo che ha sempre sostenuto con grande umanità e senso di appartenenza, e ha rappresentato anche in importanti ruoli sociali internazionali.
Da parte mia ho elaborato per "I quaranta giorni del Mussa Dagh", dall'omonimo romanzo,un filo narrativo che lega le pagine e gli episodi più rappresentativi di questo libro, di cui sono stati meravigliosi interpreti gli allievi della Scuola di recitazione.
"I quaranta giorni del Mussa Dagh", è un grande romanzo epico, pubblicato nel 1933 dal suo autore, Franz Werfel, uno scrittore praghese di origini ebraiche, che ha fatto conoscere al mondo il genocidio armeno, con pagine vibranti che raggiungono una grande liricità nella denuncia di tutti i genocidi. Il libro testimonia un grandioso episodio storico che ha avuto per protagonisti i cinquemila abitanti di sette villaggi armeni alle pendici del Mussa Dagh, il Monte di Mosè, che si rifugiarono sulla loro montagna per sfuggire alle deportazioni turche.
Il massiccio del Mussa Dagh divenne così, per oltre quaranta giorni nell'estate del 1915, il luogo di indomita resistenza di una popolazione di contadini, pastori, artigiani, in fuga disperata, che tenne testa valorosamente agli attacchi del poderoso esercito ottomano, scrivendo una pagina eroica e significativa della Storia umana prima di riuscire a salvarsi miracolosamente.
Oltre a un pubblico partecipe e commosso, all'evento ha presenziato il Segretario Generale dell'Ambasciata della Repubblica di Armenia, Marieta Stepanyan, che, a conclusione della Settimana, ha voluto lanciare dal palco del Marrucino un messaggio di pace per tutto il mondo alla presenza dei giovani, del Direttore Amministrativo Cesare Di Martino e di Giuliana Antenucci, coordinatrice e docente dei corsi di recitazione, e regista di tutti gli spettacoli teatrali in calendario.
A questo proposito si sottolinea la bravura interpretativa degli allievi di tutti i corsi della Scuola di Recitazione, che, unitamente alla peculiare capacità professionale e umana della loro regista, sono stati la colonna portante della "Settimana della Cultura Armena", a iniziare dal corso "Favolando", che accoglie bambini dai sei ai dodici anni, che ha dato vita a "Le Principesse d'Armenia", evento tratto dalle favole della tradizione armena.
Nel ringraziare il Teatro Marrucino per questa ennesima tappa artistica e culturale che resterà, con grande umanità, nel cuore di chi vi ha partecipato, sia sui palchi che in platea, si vuole concludere con il magico augurio declamato proprio nel finale de "Le Principesse d'Armenia", e con cui solitamente terminano tutte le favole armene :
"Dal cielo cadano tre pomi : uno per chi ha narrato questa favola, uno per chi l'ha scritta, e uno per chi l'ha ascoltata. Essi hanno realizzato i loro sogni, che anche voi possiate realizzare i vostri"
