Shalòm Eitan!

26.05.2021

Quella cabina bianca e rossa, schiantata a terra con intorno gli immancabili vigili del fuoco, accartocciata come una lattina lanciata da un finestrino, compare e ricompare sugli schermi di tv e smartphone. In tutti, un attimo di silenzio: poi... incredibile, morire così. Nella prima domenica finalmente liberi dal lockdown.

Avevamo pensato di non parlarne. Ci sembrava fuori luogo. Crediamo davvero che di fronte a certi accadimenti l'unica cosa sensata è il silenzio e avevamo deciso di farlo. Anche per rispetto di quel piccolo "cucciolo" che in ospedale lotta aggrappato ad un filo di vita con accanto la zia... che è tutto ciò che gli resta, ignaro di aver perso tutto l'amore del mondo, quello della mamma e del papà e dei bisnonni... e del fratellino... non vorremmo mai svegliarci al suo posto e scoprire che il bacio della sua mamma e il sorriso del papà...non potrà più vederli.

Shalòm Eitan! Ti auguriamo tutto il bene del mondo!

Intenerisce tutti la sua storia...e chissà quanti si ricorderanno di lui fra qualche tempo.

"Non chiamatele disgrazie", titola un editoriale del Corriere, sottolineando che certamente la tragedia ha dei responsabili... oggi ne conosciamo il nome e i volti...

Gli uomini sbagliano. Certe volte sbagliano in modo terribile. Per distrazione, o incompetenza, o pigrizia, o presunzione, o per risparmiare. Pensate quanti devono avere sbagliato, per lasciare crollare il ponte Morandi... già il ponte con le sue 43 vittime sembra non aver insegnato abbastanza, perché ancora oggi, a causa del maledetto dio denaro parliamo di vittime: 14 persone la cui vita è stata spezzata da un "forchettone" in 8 terribili, maledetti secondi!

Gli uomini sbagliano, e persino l'acciaio si usura. Fatica del metallo, la chiamano. Qualcosa non ha funzionato, qualcuno, forse, pagherà. Perché di fronte allo sdegno di oggi...alle ammissioni della notte...inizierà il balletto delle perizie...e dello scarica barile...e chissà fino a quando... e di Eitan non si ricorderà più nessuno!

Il fatto è però che gli uomini, comunque, continuano talvolta a sbagliare. Il mondo perfetto in cui questo non accadrà più, per quanto progrediscano tecnica e controlli, semplicemente non esiste. Resta il mistero, e lo scandalo, di quei destini tranciati di netto, nello schiocco bruciante dell'acciaio che si arrende.

Perché loro? Qualcuno dirà che "era destino", qualcun altro che "è colpa di Dio", qualcuno ancora dirà che "individuati i responsabili vanno rinchiusi e buttate le chiavi". Davanti a quella funivia sfracellata la reazione più umana, oltre al dolore, è il silenzio! Non possiamo capire. Appena ci stavamo liberando dell'ombra del Covid, che in quest'anno ci aveva bruscamente costretto a considerare la morte come un'eventualità possibile, e non solo da vecchi. Appena ci stavamo riprendendo, in una domenica di sole, la nostra sicurezza di "prima". Una sberla sonora, la morte in una gita che tutti avremmo potuto fare.

Ammetterlo però ci è intollerabile.

Forse potremmo cominciare dal considerare sul serio la possibilità che i nostri gesti, quali che siano, piccoli o grandi possono costare la vita ad altre persone.

Una "forchetta" messa per non fermare un impianto, tanto quel cavo, più spesso del braccio di un uomo non si spezzerà mai... un whatsapp inviato mentre sto guidando...tanto ci vuole un attimo... la musica alta nelle cuffie mentre faccio una corsetta, tanto anche se non sento mi vedono... un controllo mancato ad un pilone...tanto sta bene...

...tanto...che fa!?

E poi...l'inevitabile!

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