Silvana Leonardi, Lo spazio in bilico

06.04.2021

di Rocco Zani

"E' forse questo il movimento incessante del frattempo?" (Alfredo Pirri)

Forse non è credibile il termine "ossessione" eppure il refrain di un prototipo visivo potrebbe condurci lungo questo crinale e indicare il senso - ovvero il presupposto - di un racconto. Per lunghi anni l'ossessione di Silvana Leonardi è stato "lo sguardo" mutuato in volti apparentemente compiuti - se non nel loro titanismo formale - ma in verità pigmentati come sovrapposizione di temporalità trascorse, di precarietà remote, di identità mai esaustive. Come se il racconto alloggiasse in una sorta di prologo bambino, luogo dell'incominciamento, ovvero stazione di partenza dove far confluire le ipotesi del divenire. Ecco, credo che la storia di Silvana Leonardi si consumi in questo tempo iniziale che è accensione di ogni possibile - o probabile - avverarsi.

Un'indagine meticolosa la sua - con la pittura quale ideale scrittura - all'interno di quello spazio in bilico che sembra precedere la dimensione dell'avvenuto. Ma non è un limite questo ruolo di ricognizione; non è il rifiuto per un dettato risolutivo, piuttosto la possibilità di rendicontare l'attesa e farne centralità della propria azione. Accade allora che le opere recenti siano anche esse una sorta di rinnovati sguardi; ai volti talvolta "cinematografici", che hanno segnato quasi un decennio della sua attività, Silvana Leonardi restituisce una dimensione meno iconografica ma probabilmente più intima e legittima, gelosamente periferica, talvolta soltanto percepita.

Ma è ancora lo sguardo - in una sequenza ininterrotta di finestre chiuse, aperte, semichiuse - a farsi circostanza e richiamo di un viaggio non ancora rivelato. Tutto appare come sospeso, fuorviante metafisico. Finanche gli oggetti o i profili inanimati preannunciano il tempo a venire. E sarà un tempo di incognite, di bagliori o ombre, di tensioni o di magiche allusioni. Le "finestre" di Silvana Leonardi non hanno un ruolo di esemplare rivelazione eppure restituiscono all'occhio - al cuore di chi saprà sostare - le mille ipotesi che circondano la verità delle cose, degli uomini, del cielo. Tutto accadrà un attimo dopo. Quando gli scuri libereranno la luce, quando la tenda immobile sarà trafitta dal vento, quando la polvere riprenderà a danzare. In questo tempo in bilico l'artista sembra riporre la sua capacità di "sentire"; come ad apparecchiare il campo di piccole esistenze e assegnare loro una vita che troverà respiro appena oltre quell'immagine cristallizzata. Un istante prima di prendere sonno. Un attimo prima del risveglio 

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