Siti porno: da oggi scatta il divieto per i minori su 48 piattaforme

12.11.2025

Tanasi (CODACOS): Bene la tutela dei minori, ma il divieto è facilmente aggirabile. I contenuti porno circolano anche su Social e APP di messaggistica

Da oggi, 12 novembre, entra in vigore lo stop all'accesso per i minori a 48 note piattaforme specializzate in pornografia. Come si legge sul sito dell'Agcom, "i soggetti che diffondono in Italia immagini e video a carattere pornografico, a prescindere dal Paese di stabilimento, sono tenuti a verificare la maggiore età degli utenti, assicurando un livello di sicurezza adeguato al rischio e il rispetto della minimizzazione dei dati personali raccolti in ragione dello scopo".
Lo ricorda il Codacons, sottolineando come da oggi i più noti siti pornografici diventino inaccessibili ai minorenni grazie a un sistema di riconoscimento dell'età anagrafica che bloccherà automaticamente l'ingresso a chi ha meno di 18 anni. A partire dal prossimo 31 gennaio, inoltre, l'Agcom potrà esercitare i propri poteri di vigilanza anche nei confronti degli operatori con sede all'estero.

Tuttavia, il divieto rischia di essere facilmente aggirato e di non produrre gli effetti sperati. "Oggi contenuti pornografici e video a sfondo sessuale circolano anche attraverso social network e app di messaggistica come Telegram, piattaforme alle quali i minori possono accedere senza particolari restrizioni – spiega il Codacons –. Va poi considerato che il blocco imposto dall'Agcom vale solo per l'Italia, mentre all'estero non esistono simili limitazioni: tramite una VPN (Virtual Private Network) è infatti possibile connettersi a server stranieri e superare facilmente le restrizioni nazionali".

"La misura dell'Agcom rappresenta un passo avanti nella tutela dei minori, ma resta insufficiente se non accompagnata da un piano di educazione digitale nelle scuole e da un controllo genitoriale più efficace" – afferma il prof. Francesco Tanasi, giurista e Segretario Nazionale del Codacons –. "Non possiamo affidarci soltanto a filtri informatici: serve una strategia complessiva che coinvolga famiglie, istituzioni e provider per prevenire la diffusione di contenuti dannosi per i più giovani".

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