Sottomissione, Michel Houellebecq

10.05.2021

"È la sottomissione, l'idea sconvolgente e semplice, mai espressa con tanta forza prima di allora, che il culmine della felicità umana consista nella sottomissione più assoluta. (...) Per me c'è un rapporto tra la sottomissione della donna all'uomo come la descrive Histoire d'O e la sottomissione dell'uomo a Dio come la contempla l'Islam".

di Francesca Iervolino

"Sottomissione", il controverso capolavoro di Michel Houellebecq uscito nel 2015 in Italia per i tipi di Bompiani, è un romanzo che non rientra in una categoria precisa (e statica, a mio avviso: un libro può essere tutto e il contrario di tutto): non è un saggio, né un libro a carattere politico, neppure una biografia romanzata. Possiamo però definirlo un romanzo con una visione distopica della politica, nella fattispecie quella francese, ma che abbraccia globalmente la situazione politica europea degli ultimi 20-30 anni.

Francois, il protagonista, è un professore 44enne della Sorbona di Parigi: un uomo precocemente disincantato e frustrato, che si adegua placidamente a un destino che sembra già scritto. Avventure fugaci con alcune studentesse, oziose e atone lezioni all'università che non interessano quasi a nessuno: la sua pacata rassegnazione a una vita vuota e priva di guizzo fa di lui un uomo "assolutamente normale". Lo sfondo di questa esistenza insignificante è una situazione politica che sta rapidamente cambiando: siamo in tempo di elezioni e la corsa all'Eliseo vede protagonisti Marine Le Pen (Leader del Front National) contro Abdullah Ben Abbas (Leader della Fratellanza Musulmana). Quest'ultima, a sorpresa, vince anche grazie ad una improbabile alleanza con l'UMP e il Partito Socialista Francese. Un cambiamento epocale, che, tuttavia, rivela il grande inganno: la società occidentale-europea è già morta da tempo, sepolta sotto stratificazioni di cambiamenti politici e ben prima della vittoria della nuova classe politica. In Francia, a seguito del cambio di assetto politico, inizia un lento ed inesorabile cambiamento: ci si deve adeguare ai dettami del nuovo codice islamico, alle sue leggi e, soprattutto, alle sue imposizioni sulla vita sessuale dei cittadini. Dalla libertà sessuale sempre esibita e mostrata con orgoglio si passa, in ossequio alla legge del neo Stato, ad una più nascosta e velata: "Sottomissione" è, soprattutto, anche un libro sulla sessualità e proprio da questo inizia il viaggio verso il cambio di fede di Francois che vede nel cambio di religione numerosi vantaggi.

Houellebecq ha scritto un romanzo complesso, ricco di domande potenti quanto scomode. Una su tutte, forse la più importante: bisogna sottomettersi ai tempi che cambiano e a un'Europa sempre più islamizzata? A questo scomodo, ma cruciale quesito l'autore propone diverse soluzioni: la più discutibile è sicuramente quella che le donne si facciano da parte, si ritirino nelle loro case ridiventando gli angeli del focolare e che si dedichino alla cura/ educazione dei figli al fine di permettere ai soli uomini di formare la forza lavorativa del paese. Non è questo, in fondo, il compito principale del sesso debole?

Ma il punto focale del romanzo è, non soltanto il rapporto tra un Occidente ormai decaduto e un Islam in forte ascesa (in seguito all'ascesa del partito della Fratellanza Musulmana tutto il sistema si islamizza: sarà l'Islam dunque, con il suo rigore e i saldi principi, il futuro di un' Europa ormai putrefatta e decaduta?), ma anche e soprattutto l'evoluzione del personaggio di Francois in una sfera strettamente nichilista: nulla lo interessa, tutto gli sfugge, persino l'ardore dei studi si spegne progressivamente. Si tratta, dunque, di una sottomissione ad uno stato di cose che non possiamo o non abbiamo voglia di cambiare? Sottomissione ad una società sempre più globalizzata e spersonalizzata? Il distacco da qualsiasi alto e puro ideale implica sottomettersi agli ideali di una società che continua, inesorabilmente, a cambiare e che ci vuole inquadrati, produttivi ma esseri non-pensanti? Sottomissione è tutto e il contrario di tutto: è un romanzo che apre e chiude possibilità di interpretazione e classificazione, specchio dei tempi che viviamo, dai contorni sempre più sfuggenti e incerti.

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