Trasporto pubblico. Il Molise, una regione sotto lo schiaffo del clientelismo

18.01.2025

Dura la denuncia dei sindacati. Fermate fuori legge che mettono a rischio l'incolumità dei cittadini, in un clima omertoso di ingiustizia e insicurezza

"In Molise, quasi tutte le fermate del trasporto pubblico non rispettano le fondamentali norme del Codice della Strada, una realtà surreale che riflette l'influenza del clientelismo e l'assenza di controlli da parte delle autorità competenti".

A lanciare l'allarme sono Emilio Santangelo, Aurelio Di Eugenio, Simone Vitagliano e Nicolino Libertone, rappresentanti delle sigle sindacali FAISA CISAL, FILT-CGIL, FIT-CISL e UGL AUTOFERRO, che denunciano un sistema opaco e privo di controlli adeguati.

"Le concessioni per il trasporto pubblico regionale sono state assegnate senza il ricorso a gare d'appalto trasparenti - scrivono in una nota - permettendo alla Regione Molise di gestire il servizio secondo logiche opache. Stessa sorte è toccata alle fermate, autorizzate senza alcun rispetto per le norme di sicurezza e spesso collocate in punti pericolosi. Quasi tutte le fermate sono prive di segnaletica adeguata e illuminazione notturna, inoltre sono posizionate in luoghi pericolosi come curve, incroci o rotatorie.

Nonostante i rischi evidenti, le aziende di trasporto pubblico non hanno mai preso provvedimenti per segnalare l'irregolarità delle fermate. Quale azienda si metterebbe contro una Regione che gli ha affidato il trasporto pubblico senza nessuna gara?

Di conseguenza, la parte debole del settore, l'autista, è costretta a fermarsi in luoghi vietati dalla legge e pericolosi, ed è diventata il capro espiatorio di un sistema lacunoso e con molte ombre. L'autista, in caso di incidenti, è l'unico a risponderne penalmente. Alcuni di essi, nel tentativo di porre un freno alla grave situazione, per rifiutarsi di effettuare fermate pericolose, hanno già subito ritorsioni, sanzioni disciplinari e perfino minacce di licenziamento.

Questa situazione non solo mette a rischio la sicurezza stradale, ma infligge anche un pesante stress psicologico agli operatori, i quali devono scegliere se rispettare la legge e subire ritorsioni e sanzioni disciplinari, o non rispettare la legge e rischiare in caso di incidente grave una condanna penale ed una richiesta di risarcimento danni, che metterebbe a rischio il proprio patrimonio personale.

Nonostante le numerose segnalazioni al Prefetto e agli organi competenti, la situazione rimane immutata. Il silenzio istituzionale è sconvolgente e le ingiustizie si stanno consumando sotto lo sguardo indifferente di tutti. Le istituzioni evitano di intervenire e continuano a ignorare una crisi che mette in pericolo vite umane e mina la fiducia nella gestione pubblica.

Mentre le autorità restano in silenzio, il servizio continua ad essere garantito in un clima omertoso di ingiustizia e insicurezza".

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