Trovare giuste risposte

19.08.2021

di Egidio Cappello

Perché, in questo periodo di disorientamento e di angoscia, tanta gente mette in dubbio le proprie certezze culturali e sentimentali? Perché è docile verso atteggiamenti di indifferenza e di oblio? Perché rinuncia al proprio spirito di appartenenza e disconosce i valori su cui ha fondato la propria vita? Perché costringe la propria mente in un recinto conoscitivo ridotto e le impedisce di godere dei frutti delle proprie virtù? Perché mortifica il proprio mondo interiore svuotandolo di risorse che sono invece i segni della sua divina provenienza? Perché ha perso la propria fede in Dio? Perché si desiderano mondi nuovi e non si ha il coraggio di ricominciare con percorsi diversi, con finalità e metodologie diverse? Perché la forza dirompente del corso pandemico fa crollare, come un terremoto, le convinzioni, i pensieri, gli affetti, e cambia il senso delle nostre conoscenze, anche quelle acquisite con duri impegni di studio? Non abbiamo molte risposte agli interrogativi della gente, ma possiamo affermare la capacità della mente, se usata nella completezza delle sue risorse, di capire le motivazioni delle angosce del tempo e di rispondere ad esse con le più intense e idonee ragioni. Ecco dove è la sorgente della nostra forza, nella mente umana, nella profondità della mente umana. Qui sono le leggi della vita, qui sono le regole della storia, qui sono gli affetti e le tensioni relazionali, qui c'è Dio, c'è la dimora di Dio. Non scopriremo mai la vita della mente umana se non si usano tutte le risorse che possiede, se si esclude dalla stessa, la presenza della dimora di Dio. 

Non capiremo mai la forza della mente se volontariamente ci fermiamo alla superficie dei suoi possessi. Ebbene noi abbiamo le risorse per dare risposte giuste, per capire, per riflettere, per respingere, per rivisitare, per formulare nuovi percorsi di vita. La mente umana ha il potere di comprendere se stessa ed ha il potere di scoprire in se stessa la dimora di Dio, dimora che Dio ha scelto per essere storia, per essere quotidianità. Adesso ci chiediamo: la nostra mente possiede gli strumenti per cogliere in se stessa i segni della presenza di Dio? Noi lo crediamo in quanto siamo certi che la mente ne abbia la capacità perché possiede la sapienza e l'intelligenza per cogliere il pensiero di Dio ed attuarlo in ogni propria azione. Dobbiamo rispondere a chi nega questo alla propria e alla mente di tutti. Chi lo nega commette due errori. Il primo errore è dato dalla qualità della sua ricerca di Dio, fatta dall'esterno, come se Dio abitasse gli intermundi di democritea memoria, e fosse lontano, insensibile e beato; il secondo errore è dato dalla interpretazione che vede Dio scendere nel mondo interiore di ciascuno con un carico di assolutezze e di qualità inafferrabili dalla mente umana, un Dio che rimane pertanto sconosciuto alle vicende che coinvolgono i soggetti che lo ospitano. La dottrina spiega in modo diverso la dimora di Dio nell'uomo. Dio si immerge nella fragilità dell'individuo, e si porta dietro le proprie sofferenze e le proprie piaghe. 

Dio per amore dell'uomo si umilia fino ad accogliere in sé i limiti della natura umana. Si fa carne, si fa sofferente, accetta l'ottica della particolarità, della piccolezza, della solitudine. Dio si restringe nei meandri tortuosi della vita di ogni individuo. Come è misteriosa le mente umana comprensiva della sapienza di Dio! Si fronteggiano, si uniscono, si separano e tornano a riunirsi l'universalità e la particolarità, la verità e la bugia, l'eternità e il tempo, la felicità e la sofferenza, l'amore e l'egoismo, la vita e la morte. Come è difficile per la mente l'attività della composizione, che le è propria, in presenza di trame che si oppongono, si contrastano, si annullano, si cercano e tornano a rifiutarsi. Come è difficile tendere a Dio, quando tentazioni di ogni genere si frappongono e impediscono il cammino. Come è difficile parlare a Dio, quando il vocabolario è ridotto ed è privato dei significati autentici di termini e di espressioni. Eppure, nel proprio bagaglio conoscitivo e sentimentale, fatto di limitazioni, di contrasti e di sofferenze, la mente possiede scintille di Dio, del Dio assoluto, del Dio creatore di tutte le cose, del Dio dominatore della storia umana. Ognuno ne fa quotidiana esperienza ed è falso se lo nega. Quando muove le proprie capacità ed utilizza appieno le proprie virtù, la mente ha il potere di salire su ogni Tabor della vita, e cogliere la presenza di Dio, e parlarne, e goderne, e seguirne le tracce. Credo che non si tratti di una illuminazione istantanea e fugace, godibile raptim, come dice S. Agostino, bensì di una condizione duratura, coinvolgente ed efficace. 

La mente, per sua natura, fa esperienza di vita divina in quanto possiede, anche se in modo limitato, le qualità di Dio nonché gli strumenti per conoscerle in profondità e per tradurle in azioni di vita concreta. Facciamo riferimento alla bellezza e alla bontà, alla fede e alla sapienza, alla verità e alla speranza. Questi sono i luoghi prioritari nei quali la mente realizza se stessa e si sviluppa e corre verso Dio. Quando è attratta dalla bellezza delle cose, quando la coglie in immagini, in letture, in comunicazioni o in ricordi magari da tempo dimenticati e perfino disprezzati, quando scopre la verità in convinzioni nuove ed è spinta a rivisitare l'intero proprio mondo interiore, quando riconquista la gioia di una donazione, di un sorriso o di una tenerezza, allora la mente fa brillare le scintille di Dio che dimorano in se stessa. Queste operazioni mentali aprono la mente e la conducono alla conoscenza delle ragioni che danno il senso autentico della dimora di Dio. Dimora di Dio vuol dire potestà di Dio, e esserne consapevoli si traduce in dolce schiavitù e adesione perfetta all'amore infinito di Dio. Dio è la bellezza che attrae, che dà colore ad ogni atto o manifestazione della vita civile ed umana, che parla di tenerezza, di amicizia, di dialogo, di rispetto, di fratellanza; Dio è la verità che convince, che sprona alla conquista del perché di tutte le cose, che vanifica ogni pensiero bugiardo. Quando si è buone e belle persone, tutto allo sguardo viene come trasformato, tutto appare oltre e contro le apparenze. 

Quando si è buone e belle persone la mente è libera ed è avversa ad ogni schiavitù esterna, oppressiva e invalidante. La mente coglie come atti creativi, vicini a quelli di Dio, i bisogni di andare oltre la condizione presente e volare verso l'alto, nella conoscenza, nella interpretazione degli eventi, nella lettura della propria storia, nella progettazione delle cose future, e sente il bisogno di maggior fede, di maggiore speranza e più efficace carità. Nel bisogno della propria crescita culturale e spirituale, nella consapevolezza della mediocrità delle pianure umane, nella esigenza di trovare risposte appaganti ai propri interrogativi, spesso laceranti e drammatici, nella tensione verso la felicità propria e dei propri cari, in queste condizioni la mente avverte di possedere Dio, la sua storia e il suo progetto e sente di farne parte. 

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