Un 'caffè' con Eraclito di Efeso: "La verità è nell'uomo"

di Egidio Cappello
Siamo partiti da Mileto, una florida cittadina costiera dell'Asia Minore. Ci siamo imbattuti in una Scuola di immenso livello culturale ove studiosi,con grande entusiasmo, erano impegnati in un compito tra i più difficili ed esaltanti della ragione umana: conoscere il fondamento di tutte le cose, conoscere le ragioni del movimento e della vita. Era l'inizio di una avventura entusiasmante: non il mito, non costruzioni immaginifiche, non vuote congetture, ma ricerca razionaledella via da percorrere per raggiungere e dominare la verità. Gli studiosi di Mileto cercano un'unica verità, una verità oggettiva, eterna, dominatrice dello sviluppo e del movimento dell'intera realtà fisica ed umana. Sono spinti dal bisogno di leggere il mondo come un libro ordinato, ove tutte le espressioni e le parole sono al posto giusto.
A dominare la loro ricerca è la presenza del Logos, della ragione che unisce, della ragione che ha il potere di scoprire la razionalità e la continuità di tutte le cose, malgrado le apparenze dicano il contrario. Quando Aristotele racconta, tre secoli dopo, l'avventura di questi studiosi, di Talete, di Anassimandro e di Anassimene, parla di filosofia, e dà il significato esatto del termine, e indica i saperi specifici di tale cultura nonché le finalità che la stessa intende conseguire. Dal titolo delle opere fondamentali egli trae, come noi, i contenuti essenziali della loro ricerca: perì fuseos, che indirizza alla natura di tutte le cose, al fondamento unitario di tutte le cose, fisiche e spirituali. È rilevante come tale cultura sia già adulta ai suoi inizi in quanto la ricerca della unità, nel mondo delle diversità, è un tema della ricerca matura del pensiero umano.
A Mileto abbiamo così imparato il significato del termine filosofia, semplice, etimologico, ossia sapienza della unità, sapienza del fondamento unitario, sapienza di tutto ciò che crea unione, di tutto ciò che promuove relazione, che illumina il dialogo, tutto ciò che costruisce pace, giustizia e solidarietà tra gli uomini. Abbiamo imparato l'esistenza di un'ottica filosofica, di bisogni filosofici, di tendenza filosofica, di cammini di vita nello spirito della filosofia. Abbiamo di conseguenza imparato ad escludere dalla cultura filosofica tutto ciò che è volto alla separazione, al contrasto, alla lotta, alla guerra, tutto ciò che disconosce l'oggettività e l'eternità dei valori. Abbiamo anche pensato a quanta filosofia è scritta nei libri di scuola, a quanti filosofi si dà ascolto, senza che gli stessi abbiano vissuto bisogni filosofici, né siano autori di cultura filosofica. Così Talete guarda nella semplicità ciò che lo circonda e trova l'archè unico di tutte le cose nell'acqua, affascinato dalla ricchezza e della bellezza delle acque del suo tempo e del suo territorio, Anassimandro trova nell'apeiron, terra senza limiti, il fondamento di tutto, colpito dall'armonia che vince la lotta nelle cose e tra gli uomini, Anassimene che scopre nell'aria l'origine della vita e la fonte di ogni relazione umana.
A Mileto abbiamo imparato che la ragione è illimitata e che è nelle sue capacità la contemplazione dell'unità di tutte le cosee la fuga dal predominio apparente della sensibilità e delle osservazioni. Siamo partiti con stupore dalla spiaggia di Mileto, consapevoli di aver conosciuto veri pionieri dell'unità del sapere e veri protagonisti della ragione elevata a strumento di contemplazione del tutto.
Ci
siamo incamminati lungo la costa e abbiamo tolto le vele ad Efeso. Qui abbiamo
incontrato Eraclito,uomo aristocratico, scontroso, solitario, oscuro, ma vivo
nell'opporsi a quanti rifiutavano di utilizzare le capacità della ragione nella
ricerca della verità e si accontentavano di rimanere impantanati nelle sabbie
mobili della soggettività e della opinione. Filosofo oscuro, si è detto, ma non
tanto da impedire a noi di cogliere interamente il suo pensiero. Egli infatti
sostiene che alla ragione è possibile raggiungere la verità perché la verità è
nell'uomo. L'uomo possiede il Logos, che è la ragione unificante, la ragione
che coglie l'unicità del tutto, la ragione che va oltre tutte le apparenze e i
contrasti della vita. Eraclito è così filosofo nel significato più pregnante in
quanto è profeta dell'armonia dell'universo, visibile e riscontrabile nella
stessa lotta delle opposizioni e dei contrasti. E' vero, dice Eraclito, che la
guerra appare la qualità che distingue la storia umana, ma è il Logos che, dal
nostro interno, ci educa a guardare il mondo con l'ottica della composizione e
della progressione unitaria. Il Logos è
di tutti e appartiene a tutti: il sole, dice Eraclito, può essere ben
considerato il fondamento di tutte le cose, il sole che ha un fuoco sempre
diverso e sempre uguale, che consuma la sua virtù e rimane costantemente lo
stesso. Ci piace ricordare il frammento in cui dice : "uno solo, per me, è
diecimila". Si tratta della più incisiva negazione dell'individualismo e del
soggettivismo fatta nella storia della filosofia. L'uomo, egli dice, è tendenza
alla relazione e all'apertura agli altri e per questo ha, in se stesso, il
divino. Il divino non è lontano da noi: esso è visibile anche nella disarmonia
delle opposizioni e dei contrari che la storia, incessantemente, ci propone. Puntiamo
la nostra vela verso Elea in Campania, per incontrare Parmenide, già edotti sui
quattro pilastri su cui il mondo si regge, l'acqua, la terra, l'aria e il
fuoco. Pilastri che godono, nella storia umana, una armonia, per effetto della
divinità che è nell'uomo.
