Un 'caffè' con Eraclito di Efeso: "La verità è nell'uomo"

24.03.2022

di Egidio Cappello

Siamo partiti da Mileto, una florida cittadina costiera dell'Asia Minore. Ci siamo imbattuti in una Scuola di immenso livello culturale ove studiosi,con grande entusiasmo, erano impegnati in un compito tra i più difficili ed esaltanti della ragione umana: conoscere il fondamento di tutte le cose, conoscere le ragioni del movimento e della vita. Era l'inizio di una avventura entusiasmante: non il mito, non costruzioni immaginifiche, non vuote congetture, ma ricerca razionaledella via da percorrere per raggiungere e dominare la verità. Gli studiosi di Mileto cercano un'unica verità, una verità oggettiva, eterna, dominatrice dello sviluppo e del movimento dell'intera realtà fisica ed umana. Sono spinti dal bisogno di leggere il mondo come un libro ordinato, ove tutte le espressioni e le parole sono al posto giusto. 

A dominare la loro ricerca è la presenza del Logos, della ragione che unisce, della ragione che ha il potere di scoprire la razionalità e la continuità di tutte le cose, malgrado le apparenze dicano il contrario. Quando Aristotele racconta, tre secoli dopo, l'avventura di questi studiosi, di Talete, di Anassimandro e di Anassimene, parla di filosofia, e dà il significato esatto del termine, e indica i saperi specifici di tale cultura nonché le finalità che la stessa intende conseguire. Dal titolo delle opere fondamentali egli trae, come noi, i contenuti essenziali della loro ricerca: perì fuseos, che indirizza alla natura di tutte le cose, al fondamento unitario di tutte le cose, fisiche e spirituali. È rilevante come tale cultura sia già adulta ai suoi inizi in quanto la ricerca della unità, nel mondo delle diversità, è un tema della ricerca matura del pensiero umano. 

A Mileto abbiamo così imparato il significato del termine filosofia, semplice, etimologico, ossia sapienza della unità, sapienza del fondamento unitario, sapienza di tutto ciò che crea unione, di tutto ciò che promuove relazione, che illumina il dialogo, tutto ciò che costruisce pace, giustizia e solidarietà tra gli uomini. Abbiamo imparato l'esistenza di un'ottica filosofica, di bisogni filosofici, di tendenza filosofica, di cammini di vita nello spirito della filosofia. Abbiamo di conseguenza imparato ad escludere dalla cultura filosofica tutto ciò che è volto alla separazione, al contrasto, alla lotta, alla guerra, tutto ciò che disconosce l'oggettività e l'eternità dei valori. Abbiamo anche pensato a quanta filosofia è scritta nei libri di scuola, a quanti filosofi si dà ascolto, senza che gli stessi abbiano vissuto bisogni filosofici, né siano autori di cultura filosofica. Così Talete guarda nella semplicità ciò che lo circonda e trova l'archè unico di tutte le cose nell'acqua, affascinato dalla ricchezza e della bellezza delle acque del suo tempo e del suo territorio, Anassimandro trova nell'apeiron, terra senza limiti, il fondamento di tutto, colpito dall'armonia che vince la lotta nelle cose e tra gli uomini, Anassimene che scopre nell'aria l'origine della vita e la fonte di ogni relazione umana. 

A Mileto abbiamo imparato che la ragione è illimitata e che è nelle sue capacità la contemplazione dell'unità di tutte le cosee la fuga dal predominio apparente della sensibilità e delle osservazioni. Siamo partiti con stupore dalla spiaggia di Mileto, consapevoli di aver conosciuto veri pionieri dell'unità del sapere e veri protagonisti della ragione elevata a strumento di contemplazione del tutto. 

Ci siamo incamminati lungo la costa e abbiamo tolto le vele ad Efeso. Qui abbiamo incontrato Eraclito,uomo aristocratico, scontroso, solitario, oscuro, ma vivo nell'opporsi a quanti rifiutavano di utilizzare le capacità della ragione nella ricerca della verità e si accontentavano di rimanere impantanati nelle sabbie mobili della soggettività e della opinione. Filosofo oscuro, si è detto, ma non tanto da impedire a noi di cogliere interamente il suo pensiero. Egli infatti sostiene che alla ragione è possibile raggiungere la verità perché la verità è nell'uomo. L'uomo possiede il Logos, che è la ragione unificante, la ragione che coglie l'unicità del tutto, la ragione che va oltre tutte le apparenze e i contrasti della vita. Eraclito è così filosofo nel significato più pregnante in quanto è profeta dell'armonia dell'universo, visibile e riscontrabile nella stessa lotta delle opposizioni e dei contrasti. E' vero, dice Eraclito, che la guerra appare la qualità che distingue la storia umana, ma è il Logos che, dal nostro interno, ci educa a guardare il mondo con l'ottica della composizione e della progressione unitaria. Il Logos è di tutti e appartiene a tutti: il sole, dice Eraclito, può essere ben considerato il fondamento di tutte le cose, il sole che ha un fuoco sempre diverso e sempre uguale, che consuma la sua virtù e rimane costantemente lo stesso. Ci piace ricordare il frammento in cui dice : "uno solo, per me, è diecimila". Si tratta della più incisiva negazione dell'individualismo e del soggettivismo fatta nella storia della filosofia. L'uomo, egli dice, è tendenza alla relazione e all'apertura agli altri e per questo ha, in se stesso, il divino. Il divino non è lontano da noi: esso è visibile anche nella disarmonia delle opposizioni e dei contrari che la storia, incessantemente, ci propone. Puntiamo la nostra vela verso Elea in Campania, per incontrare Parmenide, già edotti sui quattro pilastri su cui il mondo si regge, l'acqua, la terra, l'aria e il fuoco. Pilastri che godono, nella storia umana, una armonia, per effetto della divinità che è nell'uomo. 

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