“Un cuore tuo malgrado”, di Piero Sorrentino

21.05.2021

di Francesca Iervolino

"Bianca è una giovane autista di autobus la cui esistenza scorre regolare serena fino a quando, una mattina, provoca un grave incidente nel quale perdono la vita due persone. Dopo il tremendo impatto la ragazza si ritrova al suo fianco la sorella Margherita, che con quieta determinazione si impegna a proteggerla dai demoni del senso di colpa, provando a riportarla alla normalità. Nel tentativo di ristabilire un equilibrio, Bianca cerca un confronto con Dario Spatola, l'affermato fotografo rimasto coinvolto nell'incidente. Dopo un rifiuto iniziale, tra loro si tende un filo di comunicazione. Nel frattempo, da una cella della memoria in cui lo aveva congelato, riaffiora il ricordo della prima grande ferita della vita di Bianca, la morte del padre. Una seduta di fisioterapia dopo l'altra, la protagonista rimette in sesto il corpo e compie un ancor più faticoso allenamento dello sguardo e dell'anima, imparando a riconoscere il dolore e insieme l'amore che la circondano, al di là delle loro manifestazioni contraddittorie, fino a una inaspettata rivelazione che la costringerà a un confronto finalmente libero con il dolore di tutti".

"Un cuore tuo malgrado" (pubblicato nel 2019 per i tipi di Mondadori), romanzo d'esordio di Piero Sorrentino, narra di una storia che, all'inizio del libro, si è in realtà già conclusa: il grave incidente stradale di cui Bianca si è resa colpevole ha lasciato dietro di sé, oltre che la morte di una madre e un figlio, anche un forte senso di vuoto e amarezza unito ad un pressante senso di colpa. La donna, dopo una lunga riabilitazione sia fisica che emotiva, decide di mettersi in contatto con Dario, unico superstite all'impatto, nel tentativo di mettere al loro posto i pezzi del puzzle della sua vita distrutta, sottoponendosi ad una atipica, ma pur sempre utile, terapia d'urto al dolore e al rimorso che continua a provare. E così, dopo una prima risposta negativa dell'uomo, mail dopo mail Dario e Bianca stabiliscono un contatto, una sorta di filo rosso sottile ma forte che li lega.

"Un cuore tuo malgrado" è un romanzo con un impianto narrativo semplice, efficace e sapientemente costruito poiché riesce a coinvolgere totalmente il lettore sin dalle prime pagine. Si sente e si percepisce immediatamente il dolore, lo smarrimento e la paura di Bianca nell'affrontare i postumi sia fisici che emotivi dell'immane tragedia di cui, ella stessa, è responsabile per un fatale errore di distrazione.

"Quei morti non mi lasciavano, scivolavano via in continuazione nella mia testa avvolti dentro un bagliore, custoditi come un tesoro dentro un forziere".

"Quei morti" sono Giulia e Vittorio, madre e figlio, a cui Bianca ha reciso per sempre la vita. Bianca è preda dei suoi stessi demoni, quei demoni che sua sorella Margherita, la sua terapeuta e il suo fisioterapista tentano invano di scacciare. In questa particolare condizione di vulnerabilità, Bianca comincia a fare i conti anche con il suo primo, vero grande dolore: la morte improvvisa del padre.

"E' strano, ma della sua voce so ricordarmi solo se ripenso a quel pomeriggio, perché appartengo alla vasta schiera di coloro che riescono a sentirsi a loro agio unicamente nelle lontananze, a dialogare con gli assenti, a regalare amore nei ricordi."

Tra ricordi d'infanzia che si susseguono aprendo vecchie e inconfessabili ferite mai rimarginate e un presente incerto, Bianca si trova dinanzi ad un bivio esistenziale: che fare? Lasciarsi andare e sprofondare fino a soffocare nel senso di colpa che poco a poco la consuma o ricostruirsi una vita, nonostante tutto? La fragile e distrutta Bianca decide così di lottare e, per potersi riappropriare della propria serenità, ritiene che solo una cosa possa darle quella pace che lei cerca: avvicinarsi a Dario e chiedere il suo perdono. E così, attraverso un sottile filo di comunicazione che si instaura tra i due, Bianca comincia lentamente ad accettare l'incidente e le sue conseguenze e a perdonare se stessa.

Con una scrittura limpida e concreta al tempo stesso, l'autore prende il lettore per mano e lo porta nel mondo di sofferenza e dolore di Bianca e Dario in un viaggio accorato, prezioso ed umano fatti di perdita e dolore, ma è soprattutto un viaggio nel senso di colpa e su quanto sia difficile liberarsene. Con estrema umanità e delicatezza Sorrentino riesce a ritrarre Bianca in tutta la sua commovente sensibilità, solitudine e dolore: la nostra protagonista compie un viaggio ormai divenuto necessario dentro se stessa, in bilico tra auto-distruzione e forza di volontà. Compiuto questo viaggio ella riesce ad accettare la sua imperfezione e il dolore, cercando di plasmare questa nuova condizione di consapevolezza in un nuovo inno alla vita, in una nuova luce di speranza.

"...tutte le nostre vite hanno molti modi di essere raccontate, e qualsiasi versione dettiamo a noi stessi o agli altri non e nient'altro che una variante che ha diritto di esistenza tanto quanto tutte le altre ipotesi scartate, e in fondo siamo sempre la somma di tutto ciò che siamo e che avremmo potuto essere, il semplice abbozzo di una persona che alla fine non cambia se non nei dolori contro cui sbatte".

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