Un viaggio nel tempo e nei luoghi della seconda guerra mondiale a Venafro

24.04.2021

Luciano Bucci, cofondatore insieme agli amici Renato Dolcigno e Donato Pasquale dell'Associazione, e omonimo Museo, Winterline Venafro, ne è anche il Presidente.

Il Museo Winterline Venafro è una realtà, unica nel suo genere per le peculiarità di realizzazione.

Ai soci fondatori si uniscono altri appassionati quali Domenico Vecchiarino, Rosario Malfatti e Andrea Ottaviano per arrivare così a realizzare quello che, a detta di tutti i visitatori, va oltre la semplice "raccolta di oggetti", il suo allestimento, infatti, è un vero è proprio viaggio nel tempo e nei luoghi della seconda guerra mondiale a Venafro e dintorni.

Gli allestimenti, infatti, senza trascurare la possibilità di vedere esposti tutti gli oggetti originali recuperati dai soci dell'associazione in quasi trent'anni di ricerche, sono realizzati per mostrare le varie fasi dell'avanzata alleata lungo la Winterline.

Al suo interno ogni scena segue un preciso ordine cronologico e geografico che racconta la storia e il territorio, partendo dal novembre 1943 sul fiume Volturno fino allo sfondamento della Winterline sulle Mainarde; il tutto è arricchito da foto dell'epoca che ritraggono i luoghi coinvolti e raccontano i fatti avvenuti.

Il visitatore, quindi, può apprezzare o il valore collezionistico dell'esposizione, sono infatti esposti oltre 30 manichini completamente equipaggiati e non mancano oggetti rari e di rilevanza storica e collezionistica, oppure può apprezzarne la narrazione storica dei fatti che scaturisce dalla visita guidata all'interno del Museo, senza tralasciare particolari aneddoti che i soci dell'Associazione hanno direttamente appreso dai racconti dei veterani; pertanto questo museo, adatto ad ogni fascia di età e ad ogni tipologia di visitatore, è fortemente consigliato a chi vuole conoscere, tramite visione diretta, i fatti, i luoghi e anche le persone che hanno caratterizzato il territorio della Winterline.

Inoltre, l'esperienza pluridecennale dei campi di battaglia e degli avvenimenti storici avvenuti sul territorio, ha fatto si che l'Associazione Winterline Venafro venisse riconosciuta da Enti esteri, governativi e non, come punto di riferimento per il mantenimento della memoria.

Con Luciano Bucci - che ringraziamo - abbiamo affrontato alcuni interessanti temi.

1. Presidente Bucci, un Museo sulla Guerra nel cuore del centro storico di Venafro. Che valore ha?

Innanzitutto ci piacerebbe essere identificati come museo storico piuttosto che museo della guerra, perché, anche se ciò che narriamo all'interno del museo sono gli avvenimenti bellici avvenuti tra novembre 1943 e marzo 1944 a Venafro e dintorni, la nostra idea è quella di fornire uno spaccato realistico degli aspetti e delle vicende umane che hanno coinvolto il nostro territorio in quel periodo. Detto ciò, a mio avviso, questa è una domanda che può avere centinaia di risposte, sia positive che negative, di certo ogni iniziativa acquisisce e assume valore in base anche a come essa si coniuga con la comunità che l'accoglie e devo dire, con orgoglio, che il nostro Museo Winterline è molto apprezzato dalla comunità Venafrana, se dovessi riassumere credo che il nostro museo abbia tre valori fondamentali:

- È fortemente collegato al territorio che lo ospita mostrando storie vere che lo hanno riguardato direttamente e permette, così, alle nuove generazioni di conoscere una parte della storia della propria terra

- È realizzato totalmente su base volontaria e privata con la passione di tutti noi membri dell'associazione Winterline Venafro, senza condizionamenti né politici né culturali e chi visita il museo lo percepisce

- È custode delle memorie che hanno forgiato la nostra attuale società e ne trasmette i valori di sacrificio e uguaglianza senza trascurare il lato umano di chi ha vissuto quei tempi

2. Certamente questo anno è stato un anno molto duro per il mondo della cultura e i Musei sono stati una delle categorie più penalizzate. Come è andata e come valuta le decisioni assunte dal Governo in merito alla chiusura dei luoghi di cultura in genere e dei musei in specie?

Come qualsiasi altro luogo della cultura, anche il nostro museo, ha sofferto e soffre della chiusura forzata impostaci dai decreti ministeriali. Tali decisioni mi lasciano profondamente perplesso riguardo la loro reale necessità ed efficacia infatti, se da un lato capisco la necessità di ridurre occasioni di spostamento tra aree e di affollamento o incontro di persone provenienti da posti diversi, dall'altro non capisco perché si siano lasciate aperte ad esempio le chiese e non si siano potenziati i trasporti pubblici. Sono, e con me molti altri colleghi che gestiscono attività culturali, dell'opinione che i musei e i luoghi di cultura sarebbero potuti essere aperti con delle semplici regole di azione (prenotazione, gruppi contingentati, sanificazione sale) e non tenerli chiusi, allo stesso modo, se il timore erano gli spostamenti, perché non si sono potenziati i trasporti pubblici che, a tutt'oggi, ancora risultano in sofferenza e creano assembramenti tra chi deve recarsi per lavoro fuori dal proprio comune? Mi viene da pensare che, come già avvenuto in passato, in Italia la cultura non è di interesse sociale e, quindi, meritevole di essere bistrattata.

3. Zona gialla significa riapertura. Quali misure state adottando per garantire al pubblico una visita in sicurezza?

Zona gialla, sì, vuol dire finalmente poter riaprire. Dal canto nostro, a garanzia dei visitatori ma anche nostra, stiamo provvedendo alla sanificazione periodica delle sale e all'implementazione dei sistemi di prenotazione visite per evitare assembramenti.

4. Quali attività state pensando di proporre per attrarre i visitatori?

In considerazione dell'aumento di attività all'aperto, registratasi durante questi mesi di pandemia da parte di molti normali cittadini, stiamo rafforzando collaborazioni già esistenti con altre associazioni, locali, nazionali ed estere, per collegare la visita al nostro museo con visite sul territorio, o sui campi di battaglia, come già facevamo, o in aree di interesse paesaggistico e storico attualmente organizzate da altre associazioni.

5. Proviamo ad entrare un po' più nel particolare. Lei ha anche avuto esperienze amministrative, dunque ha una visione direi privilegiata. Il Molise è una terra meravigliosa e ricca di storia e di patrimonio. Come valuta la gestione della cultura in Molise?

Non vedo alcuna gestione della cultura in Molise, se non quella affidata a singoli o gruppi, come il nostro, di volontari che danno anima e cuore affinché si possano valorizzare le eccellenze che questa Regione ha.

6. Quanto le istituzioni sono vicine ad una realtà come quella del Winterline?

In realtà dobbiamo distinguere due livelli istituzionali, abbiamo una forte risposta positiva e di cooperazione da parte di Istituzioni sovraregionali e anche internazionali, ad esempio Il Ministero dei Beni Culturali o numerose associazioni di Veterani nazionali ed estere, con le quali abbiamo instaurato proficui percorsi di reciproco sviluppo, di rimando sentiamo le istituzioni locali, con le quali spesso abbiamo cercato di dialogare per proposte progettuali o per la soluzione di problematiche serie che affliggono la nostra realtà, non molto vicine, spesso, infatti, le risposte, quando date, si sono mostrate generiche e lacunose, il che ci fa capire che non vi è un vero interesse , da parte loro, verso di noi. Questo non ci demoralizza né ci frena, in quanto il vero motore di tutto è il sostegno della gente che ci apprezza.

7. Quali proposte - se le venisse chiesto - metterebbe sul tavolo per lo sviluppo del settore nella nostra Regione?

Non credo di essere in grado di formulare proposte ma, di certo, quello che vedo e che mi dicono i visitatori, è che una delle problematiche principali è l'arretratezza infrastrutturale della nostra Regione che impedisce il raggiungimento, in sicurezza ed in tempi brevi, dei principali centri abitati da cui, a mio avviso, sarebbe utile far partire dei collegamenti ad hoc per i tanti borghi che ospitano cultura e natura incontaminata di cui il Molise è scrigno; inoltre noto una assenza di un serio ed efficace sistema turistico Regionale in grado di poter fornire informazioni e contatti a chi si vuol avventurare nella visita della nostra Regione, come è evidente un'assenza di un sistema pubblicitario e cartellonistico che invogli, ad esempio, le migliaia di automobilisti che transitano per le nostre strade, a scoprire meglio il territorio che li circonda

8. La gente come risponde? Quale interesse manifesta?

Come anche accennato prima, i visitatori sono entusiasti di noi, nel periodo pre pandemia riuscivamo ad avere una media di circa 3000 visitatori l'anno e i numeri erano in crescita. Ma sono convinto che i turisti siano entusiasti di quasi tutte le attività culturali del Molise. I turisti si muovono alla scoperta di luoghi ancora incontaminati con storie ancora semi sconosciute, nel nostro caso, ad esempio, tanti appassionati della seconda guerra mondiale, italiani e non, spesso restano esterrefatti nello scoprire i luoghi e gli avvenimenti che hanno interessato il territorio nei mesi precedenti la famosa linea Gustav e la battaglia di Cassino, andando così a sfatare una sorta di mito che faceva sembrare Cassino e dintorni come unico luogo di scontri nel centro Italia; sono convinto che lo stesso stupore lo abbiano scoprendo, ad esempio, che ad Agnone ci sia la fonderia di campane più antica o che a Venafro Totò abbia girato La legge e legge o, ancora , che nella pianura di Pozzilli i Sanniti abbiano tenuto testa a Roma o magari, che Conca Casale detenga l'unico presidio slow food Molisano. Noi siamo uno scrigno ancora semi celato e dobbiamo mostrarci, senza svenderci a turismo troppo di massa o invasivo, vedi l'orrendo progetto "south beach" a Montenero, proposto dai cinesi, ma mantenendo la nostra identità che è quella che i turisti vengono a cercare.

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