...una profonda crisi di identità...

19.03.2021

Ormai da mesi, la cronaca è interessata dal fenomeno dilagante del bullismo che, come abbiamo evidenziato nelle scorse settimane, in questo particolare momento storico assume la forma del cyber bullismo. Ormai a scadenza quasi quotidiana la nostra attenzione è attratta, malamente, da notizie per le quali adolescenti o semi adolescenti danno vita a scene di violenza e ne siamo tristemente preoccupati, tutti, a vario titolo. Ed è nata, per così dire, una sorta di 'gara' tra sociologi e psicologi, per carità legittima e utile, per cercare di individuarne le cause e captare la soluzione migliore di questo problema.

Nondimeno in queste settimane i rilievi dei vari osservatori che riguardano la diffusione del Coronavirus, nelle sue diverse varianti, mettono in risalto come siano sempre più giovani i soggetti interessati dai contagi.

Scorrere la bacheche dei social ci dà forse anche un'idea del perché... e questo risiede nel fatto che i ragazzi, costretti da troppo tempo a rinunciare alla loro vera dimensione, ora fatichino in modo particolare ad adeguarsi alle restrizioni a cui siamo soggetti.

A noi viene da porci una domanda: bulli o disperati i nostri ragazzi?

Sì, perché abbiamo l'impressione, ed è più che un'impressione che il malessere dei nostri ragazzi venga da più lontano... venga da quella velata, ma non troppo, disperazione che si portano dentro e che frutto malato di una società che niente più di buono sa donare ai più giovani... che non sanno più ridere, non sanno più impegnarsi... sono sempre annoiati e stanchi... massacrati dalla routine quotidiana... che non sanno più cosa sia il sacrificio... tutto è dovuto e possibilmente senza sforzi eccessivi...

Il tanto criticato, ma tanto corteggiato e seguito, Grande fratello, con i suoi numerosi fratellastri, sono lo specchio più spietatamente realistico di quello che ci tocca vivere nel quotidiano: lo scopo della vita è diventato, per qualcuno, essere unici e famosi. Divertendosi solamente e ad ogni costo. E facendo le scarpe agli altri, che sono soltanto avversari, casualmente e temporaneamente colleghi di una festa infinita. Per carità, niente di nuovo: Collodi col suo Paese dei Balocchi aveva già previsto tutto. Stiamo vivendo un'epoca in cui ci stanno raccontando che l'individuo è quello che conta di più e che per stare bene bisogna star bene anzitutto con se stessi.

In un'epoca così disegnata diventa importantissimo e vitale aiutare i ragazzi che stanno crescendo a conquistare una dimensione sociale e comunitaria della vita di relazione; aiutarli a riscoprire l'importanza di alcuni valori fondamentali come la vita, la famiglia, la fede...l'amicizia, quella vera... non quella complice. Si sta lasciando invece che i nostri ragazzi si crescano da soli, incollati alla playstation... che fissino da se stessi i limiti del lecito e dell'illecito... e quando i nostri figli la fanno grossa... sorridiamo perché... sono furbi...

I nostri ragazzi, tutti i ragazzi, hanno certamente bisogno di amici più grandi che investano tempo, energie ed interesse su di loro. Ma, e direi soprattutto, hanno bisogno che i loro amici siano amici tra loro, perché questo rassicura, riempie il cuore di speranza e permette di andare in giro per il mondo con un po' più di fiducia... Mentre invece viviamo un'epoca nella quale abbiamo paura anche del nostro vicino di casa... che per altro non conosciamo nemmeno.

D'altronde, come si fa a fidarsi di persone alle quali non si vuole almeno un poco di bene? Proprio così: abbiamo smesso di amarci... corriamo dietro alla vita, ma abbiamo smesso di viverla, il nostro fratello c'è solo se serve, se può essere utile al raggiungimento dei miei fini... e i nostri ragazzi imparano da noi... se solo, invece, potessero intravedere e respirare da noi più grandi una dimensione differente della vita comune... Potrebbero pensare finalmente che negli spazi comuni delle piazze non ci sono soltanto il Gatto e la Volpe in attesa di gonzi da spennare. Potrebbero pensare che si può davvero stare insieme ed essere tutti una star, perché quello che ci rende speciali e diversi e luccicanti di valore è il gruppo e il suo infinito spirito vitale. Potrebbero pensare che questo davvero può cambiare la vita di qualcuno e perché no, la vita del mondo intero.

Una società, quando viene coltivata come la più preziosa delle piante da frutto, fa venir voglia ai ragazzi di vivere davvero.

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