Venafro, ambiente. Era davvero così necessario tutto questo tempo?
Troppi anni ci sono voluti affinché si capisse quello che stava avvenendo nella Valle del Volturno. Questo perché troppi sono stati i negazionisti; troppi i temporeggiatori; troppi, e troppo inutili - quando non dannosi - i tavoli tecnici.
"La Piana di Venafro (IS) è contaminata soprattutto da Cadmio e l'area inquinata ha un'estensione di 121.792 mq che comprende anche i comuni di Pozzilli e Sesto Campano (IS), dove ci sono anche zone adibite a coltivazione di ulivi e grano".
E' quanto ha reso noto, come tutti sappiamo, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Isernia Carlo Fucci, a conclusione di un'indagine iniziata quattro anni fa a cui hanno partecipato i carabinieri di Isernia e Venafro, il Noe, Cc Forestali, consulenti e l'Aeronautica militare.
"Abbiamo controllato tutte le attività produttive pericolose - ha spiegato Fucci - e abbiamo rilevato criticità sul sistema di controllo e autocontrollo, tutto ciò ha portato all'esercizio dell'azione penale in alcuni casi, mentre in altri abbiamo rilevato illeciti amministrativi di violazione dell'AIA, delle autorizzazioni regionali delle attività pericolose che a mio avviso andrebbero riviste, come hanno evidenziato anche i consulenti, sia per quanto riguarda l'AIA per il depuratore di Pozzilli sia per Colacem ed HERAmbiente".
E' sicuramente un grande risultato. Ma la domanda che si impone è semplice: era necessario così tanto tempo? Dal Procuratore sappiamo che le "indagini sono iniziate 4 anni fa". Perché solo 4 anni fa? E' la domanda che si pongono in tanti in città.
Mi ero accorto che qualcosa stava accadendo - ci ha detto un nostro collaboratore - quando mesi fa, i carabinieri, a scadenze regolari, venivano a prelevare campioni di acqua nell'Azienda dove lavoravo nella zona P.I.P. di Sesto Campano (IS).
Antonio Sorbo, Sindaco di Venafro dal 2013 al 2018, ha scritto nelle scorse ore: "Notizia di questi giorni: nei terreni della piana di Venafro, in seguito alle indagini della Procura di Isernia, sono state trovate tracce significative di arsenico e cadmio. E pensare che potevano arrivarci prima. Sarebbe bastato che accogliessero le nostre osservazioni al Piano Regionale della qualità dell'Aria, inviate da me come sindaco all'ARPA e alla Regione Molise prima nell'aprile 2016 e poi nel febbraio del 2017 con la richiesta di monitoraggio (non a caso) proprio di queste sostanze. Chissà se il procuratore era a conoscenza di queste nostre osservazioni...".
Lo stesso Sorbo scrive ancora: "Confesso che non ci speravo più. Sono trascorsi 5 anni da quando mi recai in Procura a consegnare personalmente la denuncia, da me sottoscritta come sindaco (e poi condivisa da tutto il consiglio comunale all'unanimità), al procuratore sulla questione dell'inquinamento nella piana di Venafro. Denuncia che è ancora consultabile e scaricabile dal vecchio sito del Comune. Pensavo che, come tutte le altre precedenti, fosse stata archiviata. Scopriamo oggi che invece si è indagato. Sarebbe interessante ora sapere a quali conclusioni è arrivata la Procura, quali reati ha ipotizzato e a carico di chi. Perché se la situazione è quella che anche la Procura ha avuto modo di verificare,
la colpa certamente è di qualcuno...".
In quegli anni, nel dicembre del 2013, anche il giornalista d'Inchiesta Paolo De Chiara pubblicava un libro, molto esplicito dal titolo - altrettanto esplicito - "Il Veleno del Molise. Trent'anni di omertà sui rifiuti tossici". Nel suo libro De Chiara si chiedeva "Servivano le dichiarazioni di un pentito di camorra per scoprire i problemi del Molise? Nessuno sapeva degli strani traffici, degli arresti, delle operazioni effettuate? Da quanti anni sono state denunciate situazioni e personaggi particolari? I segnali erano reali. Si è fatto finta di niente (...)". Un libro che forse in queste ore andrebbe riletto e approfondito.
E che dire della battaglia delle indomite Mamme della Salute. Quanti esposti, quante iniziative, quante prove e da quanto tempo! Non hanno gioito le Mamme della salute! Hanno sempre avuto ragione.
PER LA NOSTRA ASSOCIAZIONE, OGGI È UN GIORNO DI AMAREZZA E RABBIA, NEL POTER DIRE: AVEVAMO RAGIONE. Hanno scritto sulla loro pagine Facebook!
"Si è svolta quest'oggi la conferenza stampa del procuratore capo di Isernia Fucci e dei vertici locali dell'Arma dei Carabinieri, - hanno continuato - cui va la nostra gratitudine, per illustrare i risultati di quattro anni di indagini sul territorio della Valle del Volturno. Possiamo ora dire - senza soddisfazione, ma con l'amarezza di chi vede confermato un tragico pronostico - che noi Mamme avevamo ragione.
Troppi anni ci sono voluti affinché si capisse quello che stava avvenendo nella Valle del Volturno. Questo perché troppi sono stati i negazionisti; troppi i temporeggiatori; troppi, e troppo inutili - quando non dannosi - i tavoli tecnici.
Senza se e senza ma, chiediamo, una volta ancora, che si applichi IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE PRIMARIA, dicendo nettamente no a chi sta portando il nostro territorio alla distruzione.
Lo abbiamo domandato, con la forza e la determinazione di sempre, ai molti e di diversi schieramenti politici presenti a luglio alla presentazione dello studio epidemiologico condotto dal CNR di Pisa. Sono state parole vane, cadute, per l'ennesima volta, nel vuoto.
La nostra terra è sempre più oggetto di richieste di insediamento di impianti e opifici impattanti. Quale l'obiettivo? Forse quello di fare della Valle del Volturno, la nostra valle, la pattumiera d'Italia?
Si è giocato e continua, drammaticamente e cinicamente, a giocare sulla nostra salute.
Oggi è un giorno che può segnare la rinascita della nostra terra. Ci organizzeremo perché giustizia sia fatta, a partire dal riconoscimento dei risarcimenti a chi ha subito i danni derivanti dalla catastrofe ambientale causata al nostro territorio. Vogliamo che la rotta sia finalmente e definitivamente invertita: che la tutela del territorio e della salute divengano il centro di un'azione veramente capace di coltivare il bene comune, guardando alle generazioni avvenire. È nostro dovere - è dovere di tutti i cittadini - non chiudere gli occhi e non rassegnarsi di fronte all'ingiustizia".
Forse è dunque tempo che anche la politica prenda atto del suo fallimento in materia di ambiente e tutela! Non bastano da sole le Associazioni, né i giornalisti, né un coraggioso Sindaco. Non basta che ora si faccia la fila a scrivere nei comunicati "Le Mamme della salute avevano ragione"! E' tempo che le istituzioni facciano il proprio e che la politica dia risposte serie e concrete ad un territorio che per troppo tempo - forse anche colpevolmente - ha subito soprusi e ingiustizie.
La colpa è certamente di qualcuno!
Si inizi da questa certezza per riprenderci il nostro territorio e la nostra Valle! Nella Conferenza il Procuratore ha fatto dei nomi. Certamente non sono gli unici. E ha parlato di "autorizzazioni regionali delle attività pericolose" che vanno riviste! Cosa c'è veramente - ad esempio - nelle fabbriche dismesse del Nucleo di Pozzilli? Cosa è successo davvero negli alti forni della ex Fonderghisa? Se lo è chiesto un politico locale - colpevolmente in grande ritardo - e prima di lui se lo era chiesto un piccolo consigliere comunale di un piccolo comune della Provincia, duramente attaccato per averlo fatto, - chissà se è ancora valido l'invito a fare la passeggiata? - ma forse è ora che su tutto questo si faccia definitivamente chiarezza. L'Indagine della Procura di Isernia è un ottimo risultato e un eccezionale punto di partenza per fare chiarezza su decenni di silenzi e colpevole omertà. Ora ci sono prove, carte certe, non possono esserci più attenuanti di nessun genere.
La domanda ora è altra! Va bene l'indagine della Procura. Ma cosa si si intende fare? Quale prospettiva per il bene dei nostri territori? I Sindaci dei tre Comuni interessati come risponderanno a tutto questo? Cosa diranno ai cittadini? e soprattutto... cosa possiamo fare, tutti!
