Venafro. Giovani, è emergenza sociale? Sorbo: "Basta fingere di non sapere"

19.09.2022

di Paolo Scarabeo

La sera in cui a Venafro si è tenuto il primo spettacolo de La Cavalleria Rusticana, lo scorso 29 agosto, successe qualcosa che mi lasciò molto pensare. Ad un certo punto della serata, mentre orchestra e cantori erano nel pieno della loro esibizione, un gruppetto di giovanotti e giovanotte - evidentemente alterati - non trovarono nulla di meglio da fare che entrare nella Villa comunale e recarsi all'altalena a pochi metri dal palco e mettersi a fare schiamazzi. Ricordo la corsa dell'Assessore Ottaviano che dalla tribuna dove seguiva lo spettacolo raggiunse subito la Villa per mettere fine a quell'azione di disturbo.

La solita ragazzata, l'iniziativa fuori luogo di qualche ragazzotto scostumato!

No! Nulla di tutto questo. Dissi allora a chi era con me e ripeto ora con convinzione, - partendo dall'esperienza di chi con i ragazzi è impegnato da tutta la vita - che quella è stata la manifestazione di un disagio sociale che i giovani a Venafro vivono da troppo tempo... in una città che in pochissimo tempo si è impoverita - direi meglio, svuotata - e non sa più proporsi ai più giovani nel modo giusto... un disagio che da troppo tempo si va manifestando con la violenza e diventa occasione per qualche delinquente di confondersi tra gli altri e fare i suoi comodi.

Quando ero bambino - poche decine di anni fa - a Venafro erano presenti 4 gruppi Scout, ad esempio, oggi ce n'è uno... una marea di iniziative sportive... tornei che riempivano tutta l'estate... parrocchie piene di gruppi giovanili... oggi di tutto questo è rimasto un vago ricordo. 

La riprova di quanto pensavo, l'ho avuta qualche sera dopo, parlando davanti al bar con alcuni amici. Si parlava di bullismo, politica e tanto altro e raccontai loro dell'episodio della Villa... e, senza meravigliarsi, i miei amici mi raccontarono di un episodio che si era verificato la sera in cui a Venafro arrivarono i giovani dello Youth Camp organizzato dalla diocesi, che ad un certo punto della serata subirono una aggressione violenta da un gruppetto di delinquenti...

Ennesima riprova, è quanto accaduto nelle notti scorse a Venafro, dove è stato devastato uno dei "monumenti" più belli e significativi e cari ai venafrani: il lavatoio

Le foto di Giustino Guarini (che riproponiamo) e il suo commento sdegnato su Facebook non lasciano spazio alla fantasia: "A volte capita di uscire con la macchina fotografica con la speranza di riportare a casa qualche bella immagine. C'è qualcuno, invece, che ti invita a fotografare l'ultima bravata notturna. Rabbia, rancore, delusione, vergogna. La nostra storia, le nostre origini distrutte in un attimo".

Questo post è stato l'occasione per Antonio Sorbo, ex Sindaco di Venafro, impegnato nel sociale con l'Associazione "Città Nuova", professore, giornalista... per un affondo che apre - o meglio, deve aprire - necessariamente un dibattito.

"Penso - ha scritto - che non si possa più rimanere a guardare. Basta con le analisi sociologiche, psicologiche, filosofiche sul disagio giovanile e lo dico da uomo di scuola. Questa notte, come ha documentato Giustino Guarini con le sue foto, è stato compiuto un atto gravissimo: è stato distrutto un pezzo dell'antico lavatoio di Venafro, un vero e proprio monumento che solo pochi giorni fa abbiamo ammirato in tv nella puntata di Geo&Geo. Ma questa è solo la punta di un iceberg che molti fanno finta di non vedere". 

Ed è qui che urge aprire il dibattito.

"Ormai da tempo - continua - il venerdì notte e il sabato notte la città è alla mercé di bande di ragazzi ubriachi o "fatti" che di settimana in settimana alzano l'asticella forti dell'impunità di cui fino ad oggi hanno goduto. Altri episodi di danneggiamento si sono verificati con una certa frequenza negli ultimi mesi, in villa, nel centro storico e in altri posti. Per non parlare delle risse e delle aggressioni. Ormai sta diventando una questione di ordine pubblico. Queste persone non sono più autori di "ragazzate", commettono veri e propri reati". 

Un esame puntale di una realtà che è fuori controllo ma che pur essendo sotto gli occhi di tutti continua a rinnovarsi e sempre con maggiore vigore!

"Io spero - ha scritto ancora, con un duro affondo - che l'amministrazione comunale innanzitutto denunci questi danneggiamenti alla Procura e che poi ponga la questione ufficialmente e istituzionalmente al Prefetto e ai vertici delle forze dell'ordine. Perché alla fine sono ragazzi, non sono Diabolik, e se c'è la volontà di individuarli e punirli non è difficile, non serve Sherlock Holmes. E non è difficile nemmeno individuare chi vende loro alcolici e superalcolici in violazione delle severe leggi in vigore. E poi, una volta individuati i ragazzi, vanno individuati anche i genitori e se non sono capaci di badare ai loro figli minorenni che si attivino i servizi sociali. Sembrerò esagerato, ma se non si interviene adesso, domani potrebbe essere troppo tardi. Poi naturalmente bisogna andare nelle scuole, parlare con questi ragazzi, comprenderli. è quello che volevamo fare quando, sotto la mia amministrazione, abbiamo attivato progetti e istituito il Centro di aggregazione giovanile. Ma adesso l'emergenza è fermare i delinquenti. Subito!".

Fin qui Corbo. Ma sono davvero tante le domande che si impongono. Per i ragazzi è diventato facilissimo aggirare le regole... basta che l'amichetto appena maggiorenne vada al supermercato e compri da bere per tutti ed è fatta... basta che lo stesso amichetto maggiorenne infili la sua tessera sanitaria nel distributore - quando non sono gli stessi genitori a farlo - e le sigarette sono servite... quanto al resto è storia nota a Venafro, purtroppo... da dove viene e grazie a chi lo si sa...

E' giusto e urgente - come ben scrive Sorbo - individuare e punire i delinquenti... ma ancora più urgente è pensare a tutti gli altri... non basta entrare nelle scuole... è tempo di scendere in strada, di mettere insieme tutti quelli che sanno come e cosa fare con i giovani... Venafro è piena di queste persone... che forse aspettano semplicemente di essere coinvolte e di vedere che si rimetta fuoco a quella miccia che saprebbero poi ben alimentare. Non si può più rimanere a guardare! E' tempo che alle Associazioni si chieda un impegno vero, che escano dal proprio orticello, che si consenta loro di scendere in campo a pieno titolo... e dare... e pretendere che diano... tutto quello che possono e che sanno. E metterle in condizioni di farlo!

Diceva don Milani, non basta il biliardino... serve la formazione e la cultura!

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