Venafro nel mirino degli incivili

31.05.2021

Avevano indignato molto l'opinione pubblica venafrana nei giorni scorsi alcune foto (quelle che qui riportiamo) pubblicate sui social network di sacchi dell'immondizia gettati a terra in pieno centro a sfregio di qualsiasi norma del vivere civile, in un luogo dal quale proprio per evitare cumuli di immondizia e favorire l'educazione alla raccolta differenziata, che in città giorno dopo giorno si va perfezionando, è stato tolto il cestino di raccolta dei rifiuti.

E non è la prima volta che vengono evidenziate da parte di cittadini indignati condotte così misere. Quasi che non si voglia comprendere che inquinare, sporcare l'ambiente e deturpare il decoro cittadino fa male anzitutto chi vive in quei posti. E che poi certe condotte - deprecabili ovunque - vengano applicate proprio a Venafro, dove altissima è la preoccupazione per la tenuta ambientale, è ancora più paradossale. 

Qualcuno dirà che non è certamente questo l'inquinamento che nuoce alla città di Venafro, ma altrettanto certamente questi gesti sono la misura di quelli ben più grandi che anni avvelenano la piana di Venafro.

Molti cittadini, nella discussione nata sul social hanno invocato l'istallazione di telecamere per individuare chi continuamente si rende colpevole di simili condotte e forse, sì, un'azione di "repressione" sarebbe necessaria.... ancor di più lo è certamente una sana educazione civica. E' necessario, infatti, che si crei una mentalità ecologica, una mentalità cioè che ci induca a rispettare ed amare l'ambiente in cui viviamo o con cui entriamo in contatto. 

Duro in tal proposito è stato, proprio questa mattina, anche lo sfogo, ancora sui social, da parte dei custodi del Parco dell'Olivo di Venafro, di cui già precedentemente si eravamo occupati, con tanto di foto a corredo: "Anche oggi raccogliamo quello che siete"...- hanno scritto - lamentando una situazione di "normalità" per il parco, ossia una situazione di continua aggressione di quei bellissimi spazi verdi da parte di incivili... perché non c'è definizione più adeguata. 

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