Venite, colpiamo il giusto
Pensieri brevi di Quaresima - Mercoledì della Seconda settimana
Letture: Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28
Geremia nella prima lettura di oggi richiama il suo popolo e prega il SIgnore di allontanare i castighi divini; ma questo stesso popolo cerca pretesti per calunniarlo e imporgli il silenzio. Il profeta è figura di Gesù, il servo giusto e sofferente del Signore, che prega anche per i suoi persecutori. Una passione più volte annunciata ai suoi, e il Vangelo di oggi preseta il terzo annuncio della passione ormai imminente, ma i discepoli dimostrano di non aver ancora compreso la logica del Regno.
Ed è interessante cercare di capire i vari personaggi del Vangelo attraverso i dettagli che il Vangelo stesso ci rivela. Pensiamo proprio a Giacomo e Giovanni. Due fratelli. In questo Vangelo non sono neppure chiamati per nome se non semplicemente "i figli di Zebedeo". Zebedeo, infatti, era il padre e questo è testimoniato anche da altri Vangeli. Il Vangelo di Marco ce lo ricorda sulla spiaggia di Cafarnao in Galilea, intento a esercitare il suo mestiere di pescatore e a riparare le reti assieme ai figli, proprio quando Gesù, passando, ordina ai suoi figli Giacomo e Giovanni di abbandonare ogni cosa e di seguirlo. Zebedeo non ostacola il loro immediato e generoso consenso alla vocazione. Gesù poi chiamerà i due bonaerghes, cioè figli del tuono; forse per la loro pronta e fulminea risposta alla chiamata, ma anche per il caratterino che avevano. Io personalmente ho sempre pensato che il figlio del tuono fosse il padre, ma nel Vangelo di oggi risulta chiaro da chi gli arriva questo caratterino, dalla mamma. Questa mamma che interferisce, domanda, richiede, pretende, porta scompiglio tra i dodici. Insomma questa donna era tutt'altro che discreta e misurata.
Inoltre aveva il vizio che molte mamme hanno: quello di fare da paladina per i propri figli.
Ditemi se non funziona sempre così. Penso oggi alla scuola. Come le mamme parteggiano spavaldamente per i figli al punto di contestare l'autorità del professore. E di fronte al giudizio del prof sostengono a spada tratta le difese del figlio.
Eppure Gesù ha parlato chiaro. Solo con il cammino della croce si conquista la resurrezione. Ma bisogna berlo questo calice amaro. E non potrà essere la mamma di turno ad evitare la sofferenza di un figlio.
Obiettivo di ogni mamma e di ogni educatore non è quello di proteggere i ragazzi, ma quello di essere pronti a sostenerli quando cadono. Obiettivo è quello di aiutarli ad apprendere che da un fallimento si può imparare quanto da un piazzamento, e che può essere più mortificante e pericoloso un bel voto immeritato piuttosto che un brutto voto giusto.
Così da buon educatore Gesù zittisce la mamma di Giacomo e Giovanni e ripone tutti e tre sulla strada sicura e salvifica della croce.