Verso un nuovo umanesimo.

08.06.2021

Concludiamo la nostra lettura della Economy of Francesco

di Egidio Cappello

Siamo alla fine del documento. Papa Francesco utilizza le ultime argomentazioni a sollecitare i futuri imprenditori ad assumere con fermezza e gioia il grande compito della trasformazione dell'economia mondiale. "Invito ciascuno di voi ad essere protagonista di questo patto facendosi carico di un impegno personale e collettivo per coltivare insieme il sogno di un nuovo umanesimo rispondente alle attese dell'uomo e al disegno di Dio. 

La creazione di un nuovo umanesimo, irrorato dall'entusiasmo giovanile e dalla ferma determinazione di persone di buona volontà, sarà il libro a cui le generazioni future attingeranno le conoscenze giuste e i saperi necessari per leggere, interpretare e trasformare la realtà". Il nuovo umanesimo, per Papa Francesco, non sarà l'ultimo in fatto di tempo, ma l'ultimo in fatto di qualità umana e spirituale. Sarà altresì insuperabile perché la trasformazione dell'uomo che procurerà sarà totale e sarà destinata all'eternità. Poche parole per cogliere in pienezza l'umanesimo di Papa Francesco: amore per la vita, amore per ciascuna persona umana, amore per la pace e la fratellanza universale. 

Troppe volte nella storia della cultura innanzitutto filosofica, abbiamo incontrato istanze di nuovi umanesimi, da quello greco dei Sofisti, di Socrate, Platone ed Aristotele, a quello del 300, legato alle figure di Dante, di Petrarca e di Boccaccio, a quello Rinascimentale del 500, legato alle figure di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, a quello del 600 legato allo sviluppo della scienza, a quello illuministico del 700, legato alla grande scoperta dei lumi della ragione, a quello dell'800 e del 900 legato alla esplosione tecnologica della vita umana. Ebbene l'uomo nella storia ha cercato di esprimere con forza la sua umanità, ma i cammini umanistici si sono tutti arenati sulle sabbie degli egoismi ideologici e nazionali. 

Chi entra nello spirito del nuovo umanesimo predicato da Papa Francesco, si accorge che le coordinate concettuali in cui esso si muove, sono di un respiro illimitato infinito. Tutto è propedeutico, nel Santo Padre, alla salvezza di tutti. Torno ad ascoltare con maggiore chiarezza le parole sussurrate al giovane Francesco di Assisi in preghiera, dal Crocifisso di S. Damiano: "Vai Francesco, salva la mia casa, non vedi che è in rovina?". Credo proprio che Gesù si sia rivolto a ciascuno di noi. Il suo discorso è concreto: la massima fiducia data alle giovani generazioni di imprenditori non esclude il riconoscimento dell'opera di forze economiche e produttive già consolidate per promuovere una trasformazione economica epocale. Sono importanti gli aiuti di vecchie consorterie. 

Il Santo Padre è convinto che gli imprenditori non interessati, per motivi diversi, ad alcuna trasformazione degli stili di vita, non si faranno da parte mentre si va promuovendo la trasformazione auspicata e cercheranno anzi di invalidare il patto che i giovani imprenditori intenderanno sottoscrivere con la benedizione del Santo Padre. La storia ha ancora bisogno, e ne avrà in futuro, dell'aiuto di imprenditori di vecchio stile ma aperti a guadagnare l'entusiasmo proprio dello spirito dei giovani. 

Ci sarà bisogno dei papà e delle mamme, ci sarà bisogno dei maestri e dei docenti di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, ci sarà bisogno dei medici, dei sacerdoti, dei tutori dell'ordine, dei vigili urbani, dei pompieri, dei camionisti, ci sarà bisogno di tante persone di tutte le categorie sociali, tante persone tutte unite dalla ferma determinazione a staccare la spina con il passato e a creare una vita nuova, una società nuova, una storia nuova. Chiediamoci adesso cosa può fare la Chiesa cattolica per creare percorsi nuovi. 

Le soluzioni si assottigliano: interventi su percorsi già avviati si rivelano inefficaci. Occorre pensare ad educare i giovani e ancor più a seguire quelli che intraprendono gli studi di economia, di architettura e di ingegneria. Occorre raggiungerli ad ogni costo, stanarli anche dai propri rifugi di studio. Occorre dialogare con loro, occorre parlare usando il loro linguaggio, offrendo le giuste motivazioni per crescere nel senso auspicato. E' compito delle Parrocchie curare questo settore della vita spirituale e culturale, istituendo propri osservatori da aggiornare continuamente e predisponendo percorsi giusti per incidere sulla formazione scolastica e universitaria dei giovani formandi. Gli operatori siano a loro volta preparati a tale gravoso compito

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