Zona rossa: focus DAD - 2
Continua la nostra attenzione sul "fenomeno" DAD, che sta destando interesse in tanti nostri lettori che continuano scriverci le proprie impressioni... è nostro interesse dare spazio a tutti, proprio perché riteniamo che dare attenzione ai più piccoli significhi seminare semi di speranza per un futuro migliore.
Sono davvero tanti gli interventi che stiamo registrando e da quasi tutti emerge la grande , grandissima difficoltà che la famiglie stanno vivendo nel loro rapporto con la Didattica a distanza... espressioni di fatica, a tratti di sconforto...ma anche barlumi di speranza.
Ci scrive una mamma: "Sono mamma di due ragazze adolescenti. Loro non hanno voce. È una cosa di adulti. Non hanno voce, come quando fai brutti sogni, gridi ma non ti esce la voce. I professori non chiedono loro come stanno. Fanno lezioni di 5/6 ore facendoli stare attaccati al monitor perché il programma si deve finire. Gli amici non si possono vedere, abbracciare e non possono essere vissute le emozioni dell'adolescenza e non ci sono voci di ragazzi chiusi nelle camere a raccontarsi. I genitori sono nervosi non vogliono sentirli non danno loro voce. Le norme vengono fatte per un mondo di adulti senza dare voce ai ragazzi. I ragazzi non hanno voce. Si chiede loro di sacrificarsi per la società di adulti... Loro lo fanno in silenzio ma poi li critichiamo definendoli buoni a nulla".
Un'altra mamma, scrive: "Abbiamo ricominciato con la DAD, io insegno e ho tre figli. Siamo tutti impegnati contemporaneamente. Mentre faccio lezione, mi chiama il più piccolo (classe seconda della primaria) perché non riesce a seguire, la seconda (che frequenta la terza sempre primaria) ogni tanto chiude la videocamera e piange. Devo controllare il primo, (scuola secondaria di primo grado), è autonomo ma se si annoia va su YouTube e non segue. È il primo giorno, ma ripensando alla DAD dei mesi scorsi, non posso che essere davvero depressa".
Ci colpisce molto, poi lo sconforto di una donna, che crediamo sia il quadro di una situazione al limite: "Mi sento stanca, sprofondo in momenti di sconforto. A gennaio quarantena perché il mio compagno era positivo. Sono rimasta da sola con i miei figli di 11 e 3 anni per 23 gg, telelavorando e tutte le paure del momento. Adesso mia figlia di 11 anni di nuovo in quarantena per un contagio in classe sua. Sto lottando per farle fare quella gara di sincronizzato per cui tanto ha faticato e quindi mi attacco al telefono per fissare quel tampone, che Dio volendo, la farà allenare e partecipare alla competizione. Sembra futile? No, sto cercando di non farle morire in gola questo sogno, questa opportunità, la speranza che possa tornare ad andare tutto bene, a non avere paura di un raffreddore. Sono stanca, mi sento così da giorni".
E poi una docente, a riaccendere un barlume di speranza: "Sono una docente della scuola secondaria di I grado. Sono in DAD da tantissimo. Sono Campana. Si lavora tanto in DAD, ma l'entusiasmo non manca. I ragazzi sono stati e sono bravissimi. Presi da un iniziale smarrimento, ad ottobre per il ritorno in DAD, ora sono abituati. Tanto tempo a chiacchierare in DAD, ma non è tempo perso, con loro le chiacchiere non lo sono mai. Sanno reagire, sono un po' stanchi ma spesso dimentichiamo di essere ognuno a casa propria. Bravissimi a relazionarsi anche a distanza, hanno acquisito tante competenze in questo anno e tante consapevolezze. Sono maturati e non facciamo l'errore di sottovalutarli. Mi mancano terribilmente, ma non vedo l'ora di vederli nello schermo. Passa tutto anche attraverso quello, soprattutto le emozioni. Abbiamo imparato a guardare meglio gli altri, a cogliere ogni sfaccettatura della mimica facciale. La DAD è faticosa, ma ognuno deve fare la propria parte in questo periodo. I ragazzi ne sono consapevoli, spesso più degli adulti. Non mi lamento di tutto ciò che stiamo vivendo, lo accetto con serenità e non ho bisogno di grandi uscite per stare bene. La cosa importante è che stiano bene le persone che amo, fra cui i miei ragazzi. Loro hanno imparato questa lezione e ora di capricci non ne fanno più".
Termina qui la seconda puntata...ma torniamo presto... dando spazio e voce all'ansia e alla speranza di tanti che provano a farcela, tra mille difficoltà...con tanti sogni...
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