Storie di affreschi, Soprintendenze, architetti e... funzionari!

24.07.2021

Restauro Madonna di Cobella, si tinge di giallo e finisce in tribunale... a caccia dell'intruso!

Ricorderete la querelle, di cui vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, nata intorno al restauro della Madonna di Cobella nella Cattedrale di Venafro (https://www.quintapagina.eu/l/franco-valente-non-ci-sta-ma-perche-questo-scempio/). Più ancora ricorderete il botta e risposta che nel merito ci fu tra l'architetto Franco Valente e quella che sembrava essere stata una nota ufficiale di risposta da parte della Soprintendenza   (https://www.quintapagina.eu/l/madonna-di-cobella-e-botta-e-risposta-tra-larchitetto-valente-e-la-soprintendenza/)

Diciamo "quella che sembrava essere stata", perché nel frattempo la vicenda si è tinta di giallo. Pare infatti, che la lettera non fosse in alcun modo espressione di una presa di posizione da parte dell'Ente Ministeriale, quanto invece la malsana iniziativa di un oscuro funzionario dell'Ente, misteriosamente in possesso della password di accesso alla posta riservata, che all'insaputa di tutti abbia redatto quel testo, con tanto di timbri, firme e sigilli.

Noi vi diciamo la verità, come sempre, e in nome di essa vi diciamo che a noi questa sembra essere la più classica delle pezze a colori, ma tant'è!  E al netto di eventuali, prossime rivelazioni questo è il dato.

Certo, fuor di metafora, una cosa possiamo dirla e cioè che se nella Soprintendenza del Molise possono accadere queste cose... qualcosa... o più di qualcosa non torna!

Ha scritto l'architetto: 

"Qualche giorno fa sulla pagina Facebook della Soprintendenza del Molise è stata pubblicata una lettera che mi sarebbe stata inviata per Posta Certificata (PEC). Si tratta di una volgare patacca preparata da un oscuro dipendente del Ministero Per i Beni Culturali che, incredibilmente e all'insaputa del Direttore Generale, possiede la password di accesso alla posta riservata.

E' un atto sconsiderato per più motivi.

Prima di tutto perché vengono eluse le più elementari regole della privacy, tutelate dalla legge alla Legge n. 241/90 e relative alla riservatezza dei soggetti terzi, che inerisce alla sfera degli assetti privatistici e si traduce, in ultima analisi, nella necessità di garantire la segretezza dei cosiddetti dati sensibili, quali risultano individuati e definiti dal legislatore nella normativa di riferimento, che specificamente contiene la disciplina della protezione dei dati personali.

In secondo luogo la gravità del tentativo di sputtanare con giudizi unilaterali la mia persona ridicolizzando una serie di problematiche relative a uno sfregio compiuto dalla medesima Soprintendenza.

In terzo luogo perché fino a questo momento (24 luglio 2021) la nota pubblicata dall'oscuro dipendente del Ministero non è mai pervenuta alla mia casella Posta Certificata.

Per quanto sopra procederò a segnalare le irregolarità al Ministro Franceschini e all'autorità giudiziaria. Spero che nel Molise ci sia ancora qualche giudice".

Dunque, come vi avevamo annunciato, la faccenda è ben lungi dall'essere chiusa... non mancheranno certamente sviluppi. Per ora la vicenda si tinge di giallo e finisce in tribunale a caccia dell'intruso!

Così è... se vi pare!

©Produzione riservata

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