Venafro, vietato guardare il Castello

26.08.2022

Negato alla Pro Loco il permesso di usare il Castello Pandone come sfondo per lo spettacolo di Greta Rodan sul bullismo

Vi abbiamo parlato solo qualche giorno fa del successo che Greta Rodan con il suo Monologo "Nei miei panni" ha avuto a Venafro. Una live performance importante, interpretata da Andrea Cacciavillani accompagnato dal piano di Francesco Cipullo e dalla voce di Vania Trivisonno, cantante-pittrice.

Uno spettacolo di altissimo livello incentrato sul tema assai attuale del bullismo, visto da entrambe le prospettive, quella del bullizzato e quella del bullo, che, dopo quello visto a Cerro al Volturno, solo qualche settimana prima, incentrato sul tema della donna, della sua dignità e della violenza che troppo spesso purtroppo si trova a subire... - "Un volo molto rapido", uno spettacolo tenutosi ai piedi del Castello con un panorama bellissimo, in un contesto di altissima valenza, - ci ha convinto fortemente del messaggio e del modo in cui questi quattro straordinari artisti diffondono cultura, trattando temi di grande attualità e profonda intensità.

A Venafro, almeno nelle intenzioni, lo scenario non era da meno. Piazza De Curtis si trova ai piedi del meraviglioso Castello Pandone, e affaccia sul bellissimo panorama venafrano che, soprattutto di sera ha il suo bel perché.  

Peccato che la poca lungimiranza - che avremmo volentieri evitato di descrivere come ignoranza, ma non possiamo proprio evitare - di qualcuno ha reso Venafro, suo malgrado, uno scenario decisamente non all'altezza dello spettacolo e del suo contenuto.

A far emergere il vergognoso accaduto è stato Franco Valente, noto architetto venafrano, mecenate e uomo di cultura che, dopo aver trascorso un bellissimo pomeriggio in quel di San Giovanni in Galdo a parlare di arte e di storia si è recato nella sua Venafro per assistere allo spettacolo nato dalla penna di Greta Rodan e "Ho scoperto - ha scritto - che alla Pro Loco, che sosteneva lo spettacolo, è stato vietato di usare come sfondo il Castello Pandone. 

Avete letto bene: è stato vietato di usare come fondale il Castello in mancanza di un deposito di denaro a favore della Soprintendenza e da accantonare per pagare quattro ore di straordinario notturno per i custodi del medesimo Castello.

A parte che io sono convinto - ha continuato - che i custodi del castello non sapessero nulla di questa ignobile e illegale trattativa, l'aspetto grave è l'assoluta inconsistenza della struttura tecnica comunale che si è guardata bene dal richiamare all'ordine il Ministero della Cultura per diffidarlo a non fare false dichiarazioni di titolarità di possesso di aree comunali che non sono mai state sue".

E' di una gravità assoluta quanto accaduto. Un fatto che Venafro non merita! Vietare non già di svolgere lo spettacolo nelle bellissime sale del Castello - che pure grave sarebbe stato - perché magari avrebbe avuto un costo, ma di usare il Castello come fondo per uno spettacolo con il quale la Soprintendenza e ancora meno i custodi del Castello non hanno a che fare nel modo più assoluto. Un fatto che quasi merita una inchiesta che se anche non sarà giudiziaria, sarà certamente giornalistica e noi la faremo.

Perché la Soprintendenza ha posto quel divieto? Un divieto che non aveva titolo a porre trattandosi di aree di proprietà comunale... E poi... è vero, come scritto dal Valente, che il Comune di Venafro - che pure aveva patrocinato l'iniziativa, insieme all'Associazione Stop al bullismo ODV - non è intervenuto? Poteva o doveva farlo? Sono domande a cui cercheremo di dare una risposta. Non per presa posizione, né per partito preso... semplicemente perché Venafro uno scenario così vergognoso non lo merita.

Scrive ancora Valente: "Questa è la differenza tra amministrazioni pubbliche che appartengono al medesimo Stato Italiano, ma sono culturalmente distanti anni luce tra loro. Da una parte San Giovanni in Galdo - e, aggiungiamo noi, il Sindaco di Cerro al Volturno seduto sulle scalette a guardare lo spettacolo orgoglioso del suo "panorama" - e dall'altra, lontano anni luce, il Comune di Venafro e il Ministro per la Cultura". 

Per rimanere in tema con piazza De Curtis... il grande Totò avrebbe detto: "Ma mi faccia il piacere"... per ora... perché continueremo a parlarne e a cercare di capire.

©Produzione riservata

Segui la nostra informazione anche su Facebook, su Twitter o unendoti al nostro canale WhatsApp